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La mobilitazione

Essere Animali contro l’impatto degli allevamenti: “A Brescia più maiali che abitanti”

L'associazione “Essere Animali” invita a ripensare l'alimentazione portando all'attenzione dei cittadini un dato impressionante: in provincia di Brescia i maiali negli allevamenti sono più della popolazione residente.

Nella provincia di Brescia sono più i maiali negli allevamenti che gli abitanti. A renderlo noto l’associazione Essere Animali, che ha organizzato un’azione simbolica davanti a una delle aziende della zona.

Sui cartelli degli attivisti una sorta di contatore per portare all’attenzione dei cittadini un numero: 1.366.340.

Sono infatti più di 1milione e 300mila i maiali censiti a marzo negli allevamenti del bresciano, provincia con il record nazionale, a fronte di una popolazione inferiore di almeno 100mila unità.

essere animali

“Il settore suinicolo è anche fonte di notevole impatto ambientale per il suolo e le acque della provincia – ricorda l’associazione – L’invito è quello di rivedere le scelte e le politiche alimentari, verso possibilità non cruente, sane e dal minore impatto sul pianeta”.

“Ci siamo presentati davanti a uno dei tanti allevamenti attivi nella Bassa Bresciana per mettere in luce la vastità del dolore inferto agli animali: le cifre stampate sui cartelli ricordano il numero totale di maiali allevati nella sola provincia di Brescia. Con questa azione abbiamo voluto ricordare ognuno degli individui direttamente coinvolti in questa continua e incessante produzione”.

Essere Animali invita le persone a informarsi sul lato nascosto della produzione di carne: “Allevare 1 milione e 300mila maiali nella sola provincia di Brescia (senza contare milioni di polli, bovini e altri animali) significa necessariamente ridurre gli spazi al minimo e massimizzare la produzione. Il risultato è un’estrema sofferenza per animali sensibili e intelligenti come i maiali, stipati in gabbie minuscole e sottoposti a mutilazioni di routine. Questo deve farci riflettere sugli attuali regimi alimentari. Cambiare rotta non è solo possibile, ma doveroso, e ognuno di noi può iniziare a farlo”.

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