Costretta a saltare la gita scolastica perchè non frequenta religione. Il caso è scoppiato all’istituto comprensivo Fabrizio De André di Peschiera Borromeo, alle porte di Milano, dove una ragazzina di 11 anni è scoppiata in lacrime quando ha realizzato che i suoi compagni di classe sarebbero andati al villaggio africano della Basella di Urgnano per imparare la storia missionaria in Kenya e in Tanzania, mentre lei non avrebbe potuto partecipare al viaggio didattico.
La decisione della direzione scolastica ha mandato le mamme e i papà su tutte le furie che si sono rivolti al preside: “I nostri figli si sentono esclusi e penalizzati”.
Nella classe finita sotto accusa ci sono due ragazzini che non si avvalgono dell’Irc, l’insegnamento della religione cattolica. Nel giorno in cui è programmata la gita i due alunni resteranno in classe, da soli.
Tutti gli altri invece andranno a incontrare i missionari passionisti nel convento della Basella di Urgnano e parteciperanno a laboratori e incontri sulle popolazioni subsahariane.
Nella lettera firmata da dodici famiglie, anche di altre classi che potrebbero trovarsi nella medesima posizione, si sottolinea il ruolo inclusivo che la scuola dovrebbe avere e si chiede all’istituto di evitare uscite che precludano la partecipazione di qualcuno.
“È un tema molto delicato e interessante – ha detto la preside della scuola, Marina De Marco – perché da un lato dobbiamo rispettare la libertà di non frequentare l’ora di religione, dall’altro dobbiamo fare lo stesso con il lavoro di questi insegnanti: quell’uscita è stata preparata a lezione, fa parte del programma che la professoressa ha svolto in classe, non è una gita di svago: vanno a parlare con missionari cattolici e le loro famiglie hanno fatto una scelta all’inizio dell’anno su questo”.
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