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L'ex leader cisl

Pezzotta: sto con Davigo, ha attaccato i politici che si piegano alla corruzione

Savino Pezzotta, già leader della Cisl e parlamentare di Bergamo, interviene nel dibattito che sta tenendo banco in questi giorni dopo le parole aspre del neo presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati Piercamillo Davigo.

Savino Pezzotta, già leader della Cisl e parlamentare di Bergamo, interviene nel dibattito che sta tenendo banco in questi giorni dopo le parole aspre del neo presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati Piercamillo Davigo. 

Per capire se la polemica che si è scatenata contro le dichiarazioni di Piercamillo Davigo fosse giustificata, per ben tre volte mi sono riletto lo scambio di idee tra Aldo Cazzullo e il Presidente dell’associazione nazionale dei magistrati pubblicata il 22 aprile dal Corriere della Sera e debbo confessare che non vi ho trovato quell’attacco al governo e ai politici di cui si è parlato.

Parla, questo sì, dei politici corrotti e della necessità di stracciare ogni velo di ipocrisia che vela la realtà della corruzione, che occulta le responsabilità e le illegalità. Non ha attaccato la politica ma la politica che si piega alla corruzione.

Non siamo di fronte a una dichiarazione di una rinnovata guerra alla classe politica. Mi è sembrato di rintracciare una sorta di sconsolatezza di fronte alla corruzione e non mi pare abbia detto cose nuove e sconosciute.

Quando leggiamo i quotidiani, navighiamo nella rete o guardiamo la televisione, molte troppe volte ci incrociamo con episodi di corruzione, di non rispetto delle leggi che coinvolgono o lambiscono personaggi della politica. Il vizio di “oliare gli ingranaggi” sembra essere ancora fortemente presente e inteso come inevitabile aggiunta dell’attività economica. Se dovessimo fare la raccolta di ritagli riempiremmo non solo i cassetti delle nostre scrivanie ma dovremmo ricavare spazi più ampi. Tutto quello che leggiamo o vediamo è vero? oppure si tratta di montature? Sappiamo che la maggior parte di tutto questo corrisponde a verità.

Savino Pezzotta

Si può non essere d’accordo con diverse affermazioni di Davigo, ma non vi ho visto la volontà di restaurare la “barbarie giustizialista”, ma una forte esigenza di maggior rigore e di regole più precise per una giustizia che sia nello stesso tempo garantista ed equa.

Certamente vi è la necessità che le sentenze vengano decise in termini brevi, trovare i modi per evitare che un avviso di garanzia si trasformi in un anticipo della condanna e che la galera non sia sostituita dall’esposizione mediatica. Non si può di certo invocare la censura, ma un uso corretto dell’informazione e della divulgazione di notizie.

Quello che più mi ha colpito nell’intervista a Davigo è l’affermazione che si è smesso di vergognarsi. Viviamo una situazione talmente impudica che nessuno pensa di vergognarsi di nulla e di niente. Non auspico di certo una società puritana e non voglio nemmeno arrendermi al moralismo imperversante, mi piacerebbe che il riferimento a valori e a comportamenti etici fosse maggiormente propagato e che fare bene il bene sempre più apprezzato.

Sono convinto che non tutti i politici sono corrotti, nella mia breve esperienza politica e anche in quella più lunga di sindacalista ho conosciuto ho avuto modo di conoscere persone che svolgevano ruoli pubblici con competenza e onestà. Competenza e onestà stanno insieme: se un politico, un funzionario pubblico, un imprenditore, un sindacalista e un professionista, uomo o donna, non è onesto, anche l’eventuale competenza è tentata a piegarsi facilmente a interessi individuali o di parte.

Del resto la nostra Costituzione parla di dovere di eseguire con disciplina e onore l’esercizio delle funzioni pubbliche che non sono solo quelle proprie della politica ma tutte quelle che si esercitano nella società.

Non sono convinto che ci sia una inconciliabilità tra politica ed etica e ritengo che un vero rinnovamento debba passare da un rapporto fruttuoso tra i due termini. La politica intesa come arte di governo e non di comando e di dominio, ad ogni livello (locale, nazionale, europeo, internazionale), ha bisogno di onestà e non per essere meno ma più politica.

L’antipolitica e il populismo radicale si possono sradicare solo se si consente al cittadino di riappropriarsi della politica, ai corpi intermedi di esercitare il loro ruolo. Le forme elitarie di gestione del potere hanno sempre lasciato germogliare le cattive gemme della corruzione e del malaffare.

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