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Treviglio, Pignatelli accusa Imeri: “Scelta di Pezzoni è sfregio al buon senso”

Si infiamma la campagna elettorale a Treviglio con il candidato sindaco di Forza Italia Gianluca Pignatelli che replica con decisione alle parole di Juri Imeri, reo di aver difeso la propria scelta di presentare in lista l'ex primo cittadino Beppe Pezzoni.

All’indomani della presentazione della lista “Io Treviglio” del candidato sindaco Juri Imeri, che vede la presenza dell’ex primo cittadino Beppe Pezzoni, il candidato di Forza Italia Gianluca Pignatelli risponde con una lettera aperta nella quale chiede maggiore sincerità sulla questione della ricandidatura.
“Caro Juri,
sulla candidatura di Pezzoni non prendiamoci in giro e, soprattutto, non prendiamo in giro la Città.
La vicenda di Pezzoni non è, come scrivi in un tuo recente post, una questione ‘privata’, una marachella compiuta da un privato cittadino nella sua privatissima vita.
Tutti abbiamo letto dalla stampa, senza smentite, che Pezzoni, all’epoca sindaco di Pagazzano, ha usato un certificato falso attestante un titolo di studio mai conseguito e con questo si è procurato un posto di lavoro, ingannando i Salesiani, gli Studenti e poi, da sindaco di Treviglio, tutta la Città.
E la sua confessione, tardiva e non spontanea, è giunta solo perché il Corriere della Sera l’ha smascherato. Il fatto è stato così grave che (nonostante l’iniziale resistenza) l’ex sindaco ha dovuto dimettersi. Proprio perché la questione non era privata.
Io non faccio il moralista, perché se volessi usare questi argomenti, sarebbe facile ricordare i tanti giovani che studiano e che il sabato e la domenica lavorano per mantenersi; o evocare le famiglie che, con sacrifico, pagano gli studi ai figli. Tutte persone che onestamente studiano e lavorano e non si sono procurate una cattedra e una presidenza di prestigio con carte false, ricoprendo anche prestigiosi e remunerati incarichi nel mondo della politica.
Pezzoni sul falso certificato ha costruito una carriera. La questione non è se Pezzoni è o non è laureato; non serve la laurea per fare il sindaco. Il punto, come detto, è un altro.
L’uso di un certificato attestante una falsa laurea per ottenere la cattedra da parte di una persona che ricopriva un pubblico ufficio.
La tua scelta di ricandidare Pezzoni è uno sfregio al buon senso. È la decisione di chi, sapendo che il voto di opinione è già stato perso, spera di recuperare qualche preferenza legata alla persona. C’è del calcolo elettorale, in questo. Ma anche una certa arroganza: viene da domandarsi, infatti, che senso abbiano avuto le dimissioni di novembre scorso, se oggi tu, caro Juri, ricandidi Pezzoni e lo vorresti in Giunta a comandare. Infatti se l’ex primo cittadino ha dovuto raccogliere le sue cose e andarsene a casa solo pochi mesi addietro, travolto dallo scandalo, cosa può mai essere mai cambiato oggi? È così corta la memoria dei trevigliesi?
D’altra parte il nome della lista di Pezzoni (io Treviglio) riflette chiaramente un malinteso senso della cosa pubblica. Parafrasando si potrebbe leggere “Treviglio sono io”. Pezzoni pensa che Treviglio sia cosa sua? Forse sì, e lo ha dimostrato col totale disinteresse verso i sentimenti e le opinioni dei trevigliesi sulle note vicende di Piazza Setti e di Foro Boario.
Ma come può rappresentare le istituzioni un uomo che ha dimostrato di calpestare le regole?
In questi anni avrei potuto chiudere un occhio; anzi entrambi. Far finta di nulla sullo spreco di piazza Setti; sull’assurdità di un centro commerciale al Foro Boario che deturpa la Città e danneggia il commercio; sulla vicenda di Blister, su cui la Magistratura ha aperto un fascicolo; e sulla vicenda incredibile e tristissima della laurea falsa. Avessi chiuso gli occhi, e anche il naso, oggi affronterei una campagna elettorale senza fatica, assieme a te e ai tuoi compagni di viaggio.
Ma il senso di dovere che ho verso la Città mi ha imposto di riunire i moderati per dare ai Trevigliesi un’alternativa, vincente, alla sinistra. Una strada per me più faticosa. Un percorso più impegnativo. Ma Treviglio ha bisogno di ricostruire un rapporto di fiducia tra sé e chi la governerà; ha necessità di lasciarsi davvero alle spalle gli scheletri negli armadi. Mettere uno stop alle pessime scelte di piazza Setti e foro Boario. E guardare con speranza al futuro. Garantire sicurezza, lavoro, attenzione al sociale e alla qualità della vita”.
Gianluca Pignatelli

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