“La sera della scomparsa di Yara non ho visto nulla di strano nella zona della palestra di Brembate Sopra”.
Una lunga serie di dichiarazioni univoche da parte dei testimoni convocati al processo per il delitto della tredicenne di Brembate Sopra, che vede come unico imputato Massimo Giuseppe Bossetti.
La 36esima udienza di venerdì 1 aprile segue il copione della precedente, con gli avvocati del carpentiere di Mapello, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che hanno chiamato a deporre diverse persone che per vari motivi erano nella zona della palestra in cui è stata vista per l’ultima volta Yara.
Frequentatori del centro sportivo, operai che lavoravano nella zona, abitanti del paese: tutti hanno confermato, di fronte alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, che la sera del 26 novembre 2010 non hanno notato nulla di strano: né la ragazzina, né l’imputato, né un Iveco.
La difesa di Bossetti, in questo modo, spera di screditare la ricostruzione degli inquirenti secondo cui Yara fu fatta salire su un furgone e portata poi nel campo di Chignolo d’Isola in cui venne ritrovata senza vita il 26 febbraio 2011.
Nel frattempo il giudice Bertoja ha annunciato la lista dei prossimi testimoni accettati, tra quelli che erano stati convocati dalla difesa dell’imputato. Sfoltita notevolmente la lista dei 711 chiesti inizialmente, poi ridoridotti a 160.
Per la prossima udienza, venerdì 15 aprile, chiamato a deporre, tra gli altri, il figlio 14enne di Bossetti, che parlerà senza pubblico e giornalisti in Aula.
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