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San giovanni bianco

La Sacra Spina “fiorita”: fede, festa, emozione a San Giovanni e in tutta la valle fotogallery

Il parroco don Diego Ongaro: non ho chiuso occhio tutta notte. Il sindaco Marco Milesi non trattiene le lacrime per l'emozione. Campane a festa, musiche di giubilo e rosari: la Valle Brembana per una notte si stringe attorno alla sua Sacra Spina che è tornata a fare il miracolo.

E’ la sera della festa di Pasqua, domenica 27 marzo, quando nella chiesa parrocchiale entrano alcuni studiosi e religiosi chiamati a verificare le condizioni della Sacra Spina.

Una reliquia che dal 1495 è custodita in questa chiesa e che per la venerazione popolare è parte della corona di spine posta sul capo di Gesù Cristo durante la Passione.

Tutto ha inizio perché venerdì 25 marzo si celebra il Venerdì Santo, anche se nel calendario liturgico nove mesi prima del Natale la Chiesa vive la festa dell’Annunciazione. Concepimento e morte del Cristo coincidono nello stesso giorno.

Ad Andria, in Puglia, dove è conservata un’altra Sacra Spina il vescovo annuncia ai fedeli che è avvenuta la fioritura. Piccole tracce di colore rosso, il sangue di Gesù, riaffiorano.

Coincidenze? Fenomeni? Per la Chiesa e per chi è credente si chiamano miracoli.

Nel primo tramonto della giornata che annuncia la nuova luce del Cristo Risorto, scende su San Giovanni Bianco l’attesa. Nel 1932 quella Sacra Spina fiorì. Il Vescovo di allora dichiarò il miracolo. Domenica sera, alle 22.30 la commissione di studiosi lascia la parrocchiale di San Giovanni Bianco nel più stretto riserbo. Ma l’attesa lascia spazio all’emozione: la spina è fiorita.

I primi commenti a bassa voce corrono per le vie del paese, poi per l’intera valle. Su Facebook i pensieri, le attese, le speranze si rincorrono. Infine a tarda serata arriva il comunicato ufficiale del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi. Il racconto del parroco, don Diego Ongaro, svela tutta quella tensione che lo ha accompagnato per tutta la notte, liberata e sollevata dall’annuncio del Vescovo Beschi.

Ecco il suo racconto.

Passerà un altro tramonto, quello del lunedì dell’Angelo, quando le campane iniziano a suonare a festa, le porte della chiesa si spalancano, l’organo inizia a suonare musiche di giubilo: la Spina è fiorita.

In chiesa si riversa tutto il paese, poi la valle. Il suono delle campane si rincorre in un’eco senza fine. I racconti dei nonni riemergono, come quel lontano 1932.

In piedi ai piedi dell’altare c’è il sindaco Marco Milesi che non riesce a nascondere le lacrime della commozione, stringe mani a tutti, li abbraccia. E’ una festa nella festa.

Tra i banchi ci sono sacerdoti, chierici. Anche don Pasquale Pezzoli del Seminario di Bergamo non stacca gli occhi da quell’altare e prega raccolto.

Tutti in fila si avvicinano all’altare della Sacra Spina. Poi ci si siede e si recita il rosario, le campane continuano a suonare e fuori è un via vai di persone. La Valle Brembana è in festa: la notte che scende non spaventa. Fede, emozione e tradizione si intrecciano e uniscono un unico popolo nella festa.

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