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Diocesi

Sacra Spina, il Vescovo Beschi: “Segno di grazia, si spalanchi il nostro cuore”

Il Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, annuncia la "fioritura" della Sacra Spina di San Giovanni Bianco.

Il Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, annuncia la “fioritura” della Sacra Spina di San Giovanni Bianco.

Care sorelle e cari fratelli,
la venerazione della reliquia della Sacra Spina, custodita nella Chiesa e dalla Comunità parrocchiale di San Giovanni Bianco, si è storicamente alimentata ad un particolare segno, chiamato “fioritura”, che si verificherebbe in occasione della coincidenza del 25 marzo, solennità dell’Annunciazione di Maria, con la celebrazione del Venerdì Santo.
Con grande gioia posso annunciare che il segno si è manifestato. La prudenza, la serietà, le competenze di coloro a cui ho affidato il compito dell’osservazione della Reliquia e l’evidenza del segno mi inducono a confermare che questi è avvenuto.
La venerazione nei confronti della Sacra Reliquia da parte della comunità parrocchiale di San Giovanni Bianco, delle comunità della Val Brembana, della Diocesi e oltre i confini della Diocesi, si rinnova alla luce di questo segno che ci riconduce alla Passione e Croce di Gesù e a ciò che rappresenta per la fede dei cristiani e per la salvezza dell’umanità.
Il fatto che il segno avvenga nella concomitanza delle celebrazioni dell’Annunciazione e della Passione e Morte di Gesù e della sua Risurrezione, ci interpella a considerare con la mente e con il cuore la manifestazione dell’amore di Dio che si è comunicato nella vicenda di Gesù di Nazareth, nel mistero dell’Incarnazione e della sua Passione e Morte. I cristiani testimoniano con la loro fede, con la vita comunitaria e con la loro esistenza che la solidarietà di Dio nei confronto degli uomini, diventa sorgente di una speranza più forte di ogni male e della stessa morte, perché credono che il Crocifisso è risorto: Egli è il Vivente, che dà la vita.
Care sorelle e cari fratelli, so come molti abbiano atteso con fede e preghiera questo segno: ora ci è stato donato non solo per essere venerato, ma perché i nostri occhi si aprano sulle tante spine che ancora trafiggono il capo del Signore, nei poveri, nei sofferenti, nei dimenticati, negli abbandonati, nei disprezzati e il nostro cuore si spalanchi perché si manifesti nei confronti di tutti i crocifissi nostri contemporanei la forza dell’amore che attinge al gesto supremo dell’amore di Cristo e che la Sacra Spina “fiorita” rappresenta in modo così coinvolgente.
Mi unisco a tutti voi nel ringraziare il Signore di questo prezioso segno, consapevole con voi che custodirlo significa alimentare di giorno in giorno la nostra fede in Gesù Cristo, Salvatore del mondo e testimoniarla con la trasparenza evangelica delle nostre umili esistenze.
Con Benedizione
Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo
Bergamo, 28 marzo 2016

I fatti prodigiosi della Sacra Spina nel corso della storia

La Sacra Spina conservata nella Parrocchia di San Giovanni Bianco è sempre stata particolarmente venerata anche a motivo di segni prodigiosi verificatisi su di essa.
Esistono testimonianze in merito già a partire dal 1660, anno in cui lo storico bergamasco Calvi attestò come durante la visita pastorale del 1615 a San Giovanni Bianco, il Vescovo Emo raccolse dalla Sacra Spina “alcuni fiorellini, portandoseli via in un guanto per sua devozione”.

Il 22 marzo del 1885, Domenica di Passione, durante la processione con l’insigne reliquia il Vescovo Guindani notò l’affiorare su di essa di una piccola sporgenza a circa due centimetri dalla punta. Il prodigio venne verbalizzato e sottoscritto da ben trentacinque testimoni.

Nel secolo scorso risultano certamente significativi i fatti del 1921 e del 1932. In particolare, dopo le funzioni del Venerdì Santo del 1921, che quell’anno coincideva con il 25 marzo, molti testimoni constatarono la comparsa sulla Sacra Spina di “numerosi fiorellini e di una grossa gemma visibile ad occhio nudo”. Il parroco inoltre fece notare come la reliquia avesse assunto un colore vermiglio.
La sera di Pasqua del 1932, il 27 marzo, si riscontrò sulla Sacra Spina una macchia di colore rosso sanguigno, a forma piramidale, con il vertice rivolto verso il basso. La macchia era di dimensioni significative, visibile ad occhio nudo e riscontrabile per diversi mesi. Testimoni autorevoli, tra cui il Vescovo Adriano Bernareggi, attestarono il fatto.

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