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"fu un'azione dimostrativa"

Ucciso in camper, Costelli condannato: ma per il giudice “voleva solo spaventare” fotogallery video

Le motivazioni del gup sulla sentenza di condanna del 18 dicembre scorso a 16 anni per omicidio volontario pluriaggravato nei confronti del 40enne di Calcio che nel febbraio 2015 uccise un rom

“Non aveva intenzione di uccidere, la sua è stata un’azione dimostrativa”. In sintesi sono queste le motivazioni con cui il giudice Raffaella Mascarino ha articolato la sentenza di condanna in abbreviato del 18 dicembre scorso a 16 anni (più 2 anni e 4 mesi per lo spaccio di droga) per omicidio volontario pluriaggravato nei confronti di Roberto Costelli, 40enne di Calcio.

Il bergamasco la sera del 21 febbraio 2015 uccise Roberto Pantic, rom di origine croata ma nato in Italia – padre di dieci figli – con un colpo di pistola, mentre dormiva con la famiglia nel suo camper posteggiato nella campagna di Calcio.

Secondo le motivazioni, il giudice ha escluso il dolo diretto per Costelli, difeso dall’avvocato Pasquale Silvestro, riconoscendo invece il dolo eventuale. In pratica, secondo quanto motivato, quella del 40enne è stata un’azione dimostrativa, accettando però il rischio di uccidere. Decisivi, a fini della decisione, il numero di colpi esplosi da Costelli verso i due camper: ben 7, con il serio pericolo quindi di ferire mortalmente.

Non hanno invece influito sulla sentenza le perizie presentate dalle due parti, difesa dell’imputato e pubblico ministero Carmen Pugliese, sulla distanza da cui Costelli esplose i 7 colpi  quella notte. Due versioni distinte: secondo il perito dell’avvocato Silvestro, il bergamasco sparò da distanza considerevole, una trentina di metri, secondo la Procura invece da vicino, un paio di metri.

Il giudice ha così condannato Costelli a 16 anni, escludendo tra l’altro l’aggravante dell’odio razziale ma riconoscendo quella dei futili motivi. Una pena notevolmente inferiore rispetto alla richiesta avanzata dal pm, che aveva chiesto 3o anni per l’omicidio.

Costelli quella notte, dopo aver lasciato una festa di Carnevale in un locale di Calcio per la quale si era travestito da cardinale, aprì il fuoco della sua pistola Taurus 357 facendo esplodere sette colpi contro due camper posteggiati lungo una strada di campagna che porta alla località Ponte Gobbo a Calcio.

In uno dei due camper dormiva Pantic con la moglie, sull’altro i loro dieci figli. Sei proiettili avevano raggiunto il camper più grande, quello in cui c’erano i bambini, fortunatamente senza provocare feriti, mentre un colpo diretto sul mezzo più piccolo aveva colpito alla testa il capofamiglia, uccidendolo.

Costelli di fronte agli inquirenti aveva ammesso di aver sparato solo per intimidire e spaventare i rom, sentendosi provocato dal fatto che i nomadi sporcavano con i loro rifiuti la campagna della Bassa a cui teneva in modo particolare (stava per diventare anche guardia ecologica).

L’avvocato di Costelli ha ora intenzione di andare avanti e di ricorrere in appello, per ottenere uno sconto della pena. Il pubblico ministero Pugliese invece non ha ancora deciso se proseguire o meno.

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