“Le coppe si vincono in allenamento e si ritirano in gara”. In uno dei tanti striscioni appesi dinnanzi alla sua casa ad Alzano Lombardo è racchiuso il segreto di Michela Moioli. Che poi tanto segreto non è: “Questa vittoria ripaga anni e anni di sacrifici. Almeno adesso so che sono serviti a qualcosa”. Sacrifici ripagati da una vittoria storica, quella che le è valsa il titolo di campionessa del mondo di snowboardcross, e ripagati dall’affetto della gente. La sua gente.
La sera di lunedì 21 marzo, Alzano Lombardo si è fermato per renderle il giusto omaggio. E anche lei, abituata al gelo della neve, non ha potuto far altro che sciogliersi lentamente, riscaldata dal calore della gente: “Non ho parole e nemmeno voce per parlare. Dico solo grazie di cuore a tutti per questa bellissima sorpresa”. In circa 300 hanno atteso il suo rientro dalla Spagna nel parcheggio di via Europa, vicino allo stadio del paese, per un vero e proprio bagno di folla tra striscioni, cori, fumogeni e musiche: quelle offerte dalla banda del paese, che ha suonato l’inno di Mameli in suo onore.
Una grande famiglia allargata che l’ha prima riabbracciata e poi ‘scortata’ fino a casa, come tante guardie del corpo pronte a custodire la loro star. E come poteva essere altrimenti: trattasi del primo successo in assoluto per il movimento italiano al femminile in questa specialità, nonché il terzo per il nostro Paese dopo il trionfo di Omar Visentin nel 2013/2014 e di Elmar Messner nell’ormai lontano 1996/1997.
“Non svegliatemi se questo è un sogno”, aveva postato su Facebook dopo la vittoria di Baqueira Beret. Eh no, cara Michela: adesso è giunta l’ora di godersi un po’ di meritato riposo. Da campione del mondo.
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