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Con la stampante 3D si costruisce l’apparecchio per i denti

Su La Stampa un articolo di Lorenzo Longhitano che concretamente mostra come sta cambiando la produzione grazie alle stampanti 3D

Su La Stampa un articolo di Lorenzo Longhitano che concretamente mostra come sta cambiando la produzione grazie alle stampanti 3D  
Non è stata solo una questione di soldi a spingere lo statunitense Amos Dudley a realizzare da solo il suo apparecchio per i denti, ma il risultato non cambia: con una stampante 3D e poco più di 50 euro di materiale ha rimesso in sesto i suoi denti — là dove un impianto ortodontico gli sarebbe costato più di 7000 euro. Il ventitreenne studente di design digitale era alla ricerca di un apparecchio per rimettere in sesto la propria dentatura quando si è imbattuto su Internet in alcuni modelli in materiale trasparente, che a una prima occhiata gli sembrava potessero essere realizzati con una comune stampante 3D come quella a disposizione nella sua università, in New Jersey.
A quel punto l’idea: realizzarsi davvero un apparecchio dentale da solo, con la stampante universitaria. “Mi sono reso conto di poter realizzare qualcosa che allo stesso tempo fosse culturalmente dirompente, che dimostrasse le mie abilità di designer e maker e che migliorasse il mio rapporto con me stesso. Era un rischio che valeva la pena correre” ha raccontato a Buzzfeed.
Nel suo blog, Dudley spiega il processo di ricerca che l’ha portato alla produzione dei diversi modelli realizzati — dodici in tutto — e mostra i risultati ottenuti dopo i primi quattro mesi di utilizzo. A chi lo esorta a lanciarsi nel business della stampa di apparecchi dentali, il designer però risponde che non intenzione di realizzare altri impianti su commissione: un conto è fare da cavia per se stessi; un altro, come fanno notare anche alcuni commenti alla pagina del blog relativa al progetto, è mettere a rischio la salute altrui senza le necessarie competenze.
Dudley si accontenta di aver dato voce a un problema sentito come reale da chi si è messo in contatto con lui: “Mi sembra sia chiaro che le persone si sentano frustrate dallo stato in cui versa questa industria. C’è poca concorrenza, e il risultato sono prezzi eccessivamente alti”.
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