E’ il Tar del Lazio a pronunciarsi, questa volta in maniera definitiva: Greta Cicolari ha vinto il ricorso contro la Federazione Italiana Pallavolo, ora condannata a risarcirla con 208.500 euro.
Una battaglia lunghissima, iniziata nel 2013: dopo i Giochi Olimpici di Londra 2012 l’allora ct della nazionale italiana di beach volley Lisandro Carvalho non convocò più la giocatrice bergamasca che andò incontro ad una prima squalifica nel novembre del 2013 per gli insulti al tecnico e ad una seconda per quelli alla Federazione.
Complessivamente 13 i mesi di lontananza dai campi scontati da Cicolari che fece il suo rientro ufficiale nel dicembre del 2014 e che da allora ha fatto partire la propria rincorsa, in coppia con Giulia Momoli, alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
Greta Cicolari aveva chiesto un risarcimento di poco inferiore ai 450mila euro per i danni economici e di immagine derivanti dalle squalifiche imposte dalla Federazione: “Conclusivamente a titolo di risarcimento del danno – scrive il Tar – la Federazione Italiana di Pallavolo va condannata al pagamento di euro 208.500 pari ad euro 61.500 per la risoluzione dei contratti, euro 55.000 perdita di chance per la interruzione di trattative, euro 42.007 perdita di chance per premi che non riceverà e euro 50.000 per danno all’immagine. Per le superiori considerazioni il ricorso va accolto e per l’effetto valutata la illegittimità dei provvedimenti impugnati la Federazione Italiana di Pallavolo va condannata al pagamento di euro 208.500 a favore della ricorrente Greta Cicolari a titolo di risarcimento del danno”.
A tale somma si aggiungono 5mila euro che la Federazione è stata condannata a pagare per le spese di giudizio a favore di Greta Cicolari.
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