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L'intervista

Fanna spinge l’Atalanta: “Obiettivo salvezza raggiunto, con la Juve provaci”

Il doppio ex Pietro Fanna analizza il momento della squadra di Edy Reja e, nonostante lo scoglio sia enorme, invita a provarci contro la Juventus: “E' una di quelle sfide in cui non devi sbagliare nulla e sperare che l'avversario faccia qualche errore”.

Forse i più giovani non se lo ricordano, ma a vedere i dribbling e le discese ubriacanti del Papu Gomez a qualcuno può venire in mente Pietro Fanna, che con le sue veloci incursioni e i suoi cross al bacio fu uno dei protagonisti della promozione in A con l’Atalanta allenata da Titta Rota, nel 1976-77.

Lei Fanna cosa ne pensa, si rivede un po’ in Gomez?

“Mah, non mi piace fare paragoni, è passato tanto tempo…Questa Atalanta è stata grande nel girone di andata quando ha messo al sicuro la salvezza e a quel punto…si è chiuso il discorso, poi le flessioni in una stagione ci stanno. Ma la società sta centrando il suo obiettivo principale, quel che conta è restare in A”.

Ma i motivi di questa flessione?

“Beh ci sono giocatori che hanno spinto tanto e ora stanno pagando un po’ lo sforzo, quelle prestazioni. Sono cali fisiologici singoli o di reparto, ma sono dettagli, come ripeto: l’Atalanta il suo obiettivo ormai l’ha raggiunto”.

Se dovesse spiegare a qualcuno come giocava Pietro Fanna?

“A me piaceva rischiare, saltare l’uomo. Cose che non vedo più fare molto. Perciò consiglierei ai giovani di far vedere la personalità, di cercare la palla, di essere di più nel vivo dell’azione”.

Uno come Bonaventura, anche lui cresciuto e lanciato dall’Atalanta, è il tipo di giocatore che le piace e più si avvicina a quello che intende?

“Sì, l’ho visto anche a Verona, mi piace, è l’unico anche nel Milan che si prende responsabilità. Bisogna lavorare tanto anche sui giovani, che provino a rischiare qualcosa. Capisco che il calcio è cambiato, però vedere qualche spunto individuale è sempre più difficile”.

Con la Juve è sfida impossibile?

“La Juve nel suo spirito ha questa caratteristica, gioca sempre per vincere e…beh speriamo che siano almeno un po’ stanchi per la partita di mercoledì. Per l’Atalanta è una di quelle sfide in cui non devi sbagliare nulla e sperare che l’avversario faccia qualche errore. Però almeno ci devi provare e questo tocca soprattutto ai giocatori che hanno più qualità”.

Allude per esempio a Diamanti? O a Borriello?

“Diamanti ha le qualità, poi secondo me i giocatori devono trovare le motivazioni, la voglia di mettersi alla prova. Anche Borriello, l’ho visto a Verona (dove Fanna segue le partite dei gialloblù come commentatore per Radio Bella&Monella, ndr) e mi ha fatto una buona impressione, è uno che aiuta la squadra, corre, ha il senso del gol. Comunque prima ancora della qualità serve l’umiltà”.

C’è qualche somiglianza tra la sua Juve (allenata da Trapattoni, con campioni come Zoff, gli ex atalantini Scirea, Cabrini, Marocchino) con cui ha vinto tre scudetti e quella di oggi?

“Cambiano i giocatori ma nella società è sempre rimasto quel dna: abbiamo visto che risultati ha ottenuto, è la squadra più europea che abbiamo in Italia, per rendimento e continuità un gradino sopra le altre. E tante società dovrebbero prendere spunto da quella difesa, Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli: la scuola italiana è la migliore e quando non prendi gol sei già a buon punto. Una casa si fa dalle fondamenta…”.

Fanna, sembra tantissimo tempo, 40 anni ormai dalla fantastica promozione in A con l’Atalanta di Titta Rota.

“Un’altra vita fa… Ma tutta l’esperienza che ho fatto a Bergamo per me resta un ricordo bellissimo, non solo quella promozione, quella squadra. Parlo degli anni nel settore giovanile e quindi ripenso a tanta gente e a qualcuno che forse non c’è più. Ma sarò sempre riconoscente a tutto l’ambiente nerazzurro”.

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