Avrebbe compiuto 47 anni oggi, sabato 27 febbraio, Eleonora Cantamessa, la dottoressa di Trescore Balneario che perse la vita l’8 settembre 2013, dopo essere stata investita da un’auto a Chiuduno, mentre era impegnata a soccorrere un ragazzo indiano coinvolto in una rissa fra connazionali.
Il papà, la mamma e il fratello di Eleonora hanno pubblicato un messaggio di auguri sulla pagina Facebook a lei dedicata: “Ora che sei nell eternità e nella luce di Dio, non festeggi il tuo compleanno come allora, ricordiamo però il giorno in cui iniziò la tua vita terrena che si è conclusa troppo presto in un grande gesto di umanità. Gli auguri ti giungano in Paradiso. Mamma, papà, Luigino”.
Alla guida dell’auto che investì e uccise la dottore c’era un indiano, il 25enne Vicky Vicky, che oltre a lei travolse e ammazzò anche il fratello Baldev Kumar. Per quel duplice omicidio, l’uomo è stato condannato lo scorso 25 marzo a 23 anni di carcere (Leggi QUI).
Nonostante gli oltre due anni trascorsi, il ricordo di quella drammatica serata è ancora indelebile: “Quando nel corso del processo abbiamo dovuto riascoltare la telefonata di Eleonora quella sera al 118 – aveva raccontato a Bergamonews Mariella Armati, la mamma – , che chiedeva l’intervento del personale medico sul luogo della rissa (Ascolta QUI), è stata una sensazione bruttissima. Ma allo stesso tempo, in quel momento, ho avuto la conferma di quale fosse la sua priorità nella vita: aiutare gli altri, anche in una situazione di pericolo, anche a costo di rimetterci la vita”.
La sentenza con la quale Vicky Vicky è stato condannato a 23 anni di carcere, non è servita a lenire il dolore: “A noi è non è cambiato nulla. Nemmeno se fosse stato condannato a 30 anni o all’ergastolo, Nessuno ci restituirà mai nostra figlia. Quell’uomo ha rovinato la vita a due famiglie, la nostra e la sua. Forse quella che sta meglio di tutti è Eleonora, che sicuramente è in paradiso”.
Numerose le persone che in questi mesi hanno inviato messaggi di cordoglio alla famiglia Cantamessa: “Ciò che mi dà la forza di andare avanti – prosegue la signora Cantamessa – è la vicinanza che mi dimostra tanta gente, che mi scrive per elogiare il lavoro e la bontà di Eleonora. Questo mi fa capire quanto fosse importante.
Ho voluto tenere aperta e curare personalmente la sua pagina Facebook proprio per questo motivo. Inoltre, sulla sua tomba, troviamo spesso fiori con dediche, da parte di gente di tutta Italia. C’è anche chi scrive che prega la mia Eleonora per chiedere una grazia per un parente malato. Come la donna Milano che mio figlio ha incontrato l’altro giorno al cimitero: chiedeva a Eleonora un aiuto per il suo bambino in difficoltà. Questa cosa -conclude la donna in lacrime – mi inorgoglisce e mi fa stare, per quanto possibile, un pochino meglio”.
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