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In tribunale

La decisione dei giudici: Bocia, un anno e mezzo di sorveglianza speciale

Il leader della tifoseria atalantina dovrà rimanere a casa dalle 22 alle 10.

Un anno e mezzo di sorveglianza speciale a Claudio Galimberti, ma senza obbligo di soggiorno nel Comune di Bergamo. E’ quanto ha stabilito consiglio dei giudici presieduto da Vito Di Vita nei confronti del leader della tifoseria atalantina, meglio conosciuto come “Bocia”.

Il provvedimento è stato notificato nella mattinata di sabato 13 febbraio in Questura. Il 42enne dovrà così rimanere a casa dalle 22 alle 10.

Accolta solo in parte la richiesta del pubblico ministero Laura Cocucci, che aveva chiesto tre anni di sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel Comune di Bergamo.

La richiesta iniziale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza a Galimberti era stata avanzata dalla questura di Bergamo, dopo un primo avviso verbale del questore nel giugno scorso e due denunce in un mese: la prima a settembre per aver minacciato il capo della Digos Giovanni Di Biase nel corso di una manifestazione in via Noli; la seconda a ottobre per aver picchiato un ragazzo che lo aveva rimproverato dopo averlo scoperto scrivere su un muro “Digos infami”.

La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza si applica ai soggetti che vengono ritenuti pericolosi per la sicurezza e per la pubblica moralità. Può durare da uno a cinque anni e prevede pesanti restrizioni per la libertà personale, come il ritiro di patente e passaporto, l’obbligo di rimanere a casa in determinati orari, e di non frequentare specifici luoghi o persone.

Intanto, venerdì 12 febbraio, è arrivata una nuova tegola per il Bocia, che è stato colpito da un “divieto di rientro” nella provincia di Ascoli della durata di tre anni (Leggi qui)

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