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La decisione

Giovani Democratici, Marco Bonomelli ritira la candidatura a Segretario provinciale

Una scelta maturata dopo la decisione della Commissione Congressuale provinciale che ha rigettato il ricorso su presunte irregolarità nel tesseramento 2015

Marco Bonomelli ritira la sua candidatura a Segretario provinciale dei Giovani Democratici di Bergamo. Una scelta maturata il giorno dopo la decisione della Commissione Congressuale provinciale che, giovedì 11 febbraio, aveva deliberato il rigetto del ricorso presentato dall’iscritta Darya Pavlova e da altri iscritti su presunte irregolarità nel tesseramento 2015 (leggi qui). Rimane in lizza, nonostante il forte clima di tensione e le polemiche degli ultimi giorni, l’attuale Segretaria provinciale Clara Colombo.

Ecco quanto reso noto attraverso un post su Facebook:

“Oggi pomeriggio ho ritirato la mia candidatura a Segretario provinciale dei Giovani Democratici della federazione di Bergamo. Purtroppo il clima che si era venuto a creare ha fatto sì che mancassero le condizioni per un congresso plurale e costruttivo. Ci tengo a ringraziare tutti i ragazzi con cui ho condiviso questo percorso, siete unici e mi avete dato emozioni che provavo da moltissimo tempo! Grazie!

Attacchi personali e mancanza di rispetto nei confronti delle minoranze fanno sì che siano venuti meno i presupposti alla base della mia candidatura. Insieme ad un gruppo di ragazzi ci eravamo prefissati l’obiettivo di stimolare il dibattito politico attraverso idee e valori che riteniamo imprescindibili nello sviluppo dell’organizzazione giovanile del Partito Democratico. In quest’ottica il tema della legalità e della trasparenza rappresenta un punto cardine del nostro agire politico e non uno strumento per ribaltare sorti congressuali ingessate da numeri e regole. Ma è così grave che iscritti presentino istanze ai nostri organi di garanzia? Siamo sicuri che il problema reale siano vizi procedurali e non il merito dei dubbi sollevati?
Quanto accaduto ieri durante il congresso di circolo della Grande Bergamo rappresenta il superamento di un limite tanto stilistico quanto di contenuti. Affermare che nessuno è indispensabile e deridere chi cerca di portare la propria idea rappresenta la sconfitta della politica per come la intendiamo. Quando abbiamo presentato la candidatura eravamo ben consapevoli di partire da una condizione di minoranza, ma il nostro successo si sarebbe misurato non tanto sui numeri quanto sulle idee portate nella discussione congressuale.
Riuscire a far discutere nostri coetanei del loro sogno per il futuro e delle loro idee per lo sviluppo dei Giovani Democratici, in un’ottica di confronto e non di conflittualità tra parti, rappresentava la condizione imprescindibile su cui veniva costruita, con dignità, una candidatura alternativa.
In questa fase congressuale ho assistito a molteplici attacchi e insulti personali e a mutamenti di opinioni sulle persone basati sul sostegno all’una o all’altra candidatura. È stata messa in dubbio l’onestà intellettuale di chi si batteva per un’idea sostenendo che lo facesse come prestanome di qualcuno o spinto da qualcun altro al solo scopo denigratorio nei confronti dell’altra parte. Ho assistito ad intimidazioni e prove di forza.
Questa fase congressuale ha fatto in modo che, in un gruppo di persone mosse da valori e ideali convergenti, una parte non si sentisse a casa. Son stati eretti muri su cui le posizioni si sono arroccate più su questioni di principio che di merito.
Bisogna smettere di pensare che l’eterogeneità di pensiero sia una minaccia per l’organizzazione, dobbiamo imparare che le discussioni sui contenuti possono cambiarci, ma ci permettono altresì di crescere, di restare al passo con i tempi. Accettare che far politica non è difesa dello status quo ma evoluzione di pensiero in risposta a problemi sempre nuovi e diversi rappresenta l’unica strada per la vittoria della politica sull’antipolitica.
In questo congresso non vedo alcuna apertura al confronto, non vedo più prospettive di crescita ma vedo esclusivamente chiusure e prove di forza. Io a questo gioco non voglio partecipare. Per questo auguro alla futura direzione e al nuovo esecutivo buon lavoro, auspicando che si trovino a proprio agio in questa organizzazione o viceversa trovino il coraggio di cambiarla. Da parte mia ci sarà sempre apertura al dialogo e al confronto, purché sia diretto e nel merito dei contenuti”.

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