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La lettera

Atalanta indebolita dal mercato e progetto inesistente: “Percassi, ci dica qualcosa”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da un gruppo di tifosi atalantini che si rivolgono direttamente ad Antonio Percassi: “Ci siamo divertiti fino a qualche settimana fa, poi il mercato ha rotto il giocattolo Atalanta. Ci dica, presidente: i soldi che ha incassato dalle cessioni servono per i lavori allo stadio? Oppure abbiamo un progetto diverso? La preghiamo, però: ci dica qualcosa”.

 

Gentile signor Percassi,

è chiaro che l’Atalanta è una società di sua proprietà e lei ha il sacrosanto diritto di decidere strategie e progetti. Però, converrà che un pochino è anche nostra, e per nostra intendiamo dei tifosi e della città.

Dobbiamo anche dire altrettanto chiaramente che forse quest’anno ci eravamo un po’ illusi. Fino alla quindicesima giornata almeno abbiamo visto indubbiamente una delle più belle Atalanta degli ultimi anni: un modulo nuovo, pressing alto, due attaccanti straordinari (anche nell’altezza, o bassezza) che non davano punti di riferimento agli avversari e che ci facevano divertire con le loro giocate di qualità, giocatori importanti trattenuti nonostante le sirene di grossi club (Sportiello e Cigarini, ad esempio), giovani di belle speranze che parevano poter costituire la base per un ciclo veramente intrigante (Grassi, de Roon, Conti, per citare qualcuno).

Poi, d’improvviso, abbiamo ceduto il vero playmaker della squadra, e la qualità del gioco anche degli altri compagni è diminuita drasticamente, abbiamo ceduto il giovane forse più promettente senza che nemmeno ne avessimo avuto il piacere di godercelo una stagione, ma soprattutto abbiamo cominciato a leggere di giocatori promessi ad una squadra o addirittura opzionati da un’altra (situazione che, ovviamente, nel silenzio della società destabilizza tutto l’ambiente, dai giocatori ai tifosi).

E’ vero che abbiamo preso due 34enni dal passato glorioso che però non possono certo far partire un nuovo ciclo virtuoso e un paio di giovani semisconosciuti, ma il giocattolo sembra al momento irrimediabilmente rotto e quella che vediamo in campo non è più l’Atalanta di qualche settimana fa. E soprattutto le prospettive future sembrano quelle di un grande supermarket pronto a vendere i pezzi migliori e non quelle di una provinciale di lusso con progetti ambiziosi, cosa che forse noi avevamo creduto e sperato.

Forse il suo progetto passa attraverso l’acquisizione dello stadio e la sua rimessa a nuovo, e questo comporta inevitabilmente qualche sacrificio contingente per “fare un po’ di cassa”.

Ci piacerebbe saperlo, signor presidente. Ma la preghiamo: se possibile, ci dica qualcosa.

Un gruppo di storici tifosi atalantini

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