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Oggi a roma

Family Day: attese un milione di persone contro le unioni civili

Nella giornata di sabato 30 gennaio a Roma, al Circo Massimo, si celebra il Family Day. Sono attese almeno un milione di persone e si annuncia una piazza multi-religiosa, animata dal laicato cattolico e autofinanziata dai cittadini che si organizzano con auto, treni e bus per raggiungere Roma e dire no al disegno di Legge Cirinnà sulle unioni civili.

Nella giornata di sabato 30 gennaio a Roma, al Circo Massimo, si celebra il Family Day. Sono attese almeno un milione di persone e si annuncia una piazza multireligiosa, animata dal laicato cattolico e autofinanziata dai cittadini che si organizzano con auto, treni e bus per raggiungere Roma e dire no al disegno di Legge Cirinnà sulle unioni civili.

“Le adesioni e le partecipazioni sono veramente numerosissime, direi superiori rispetto alle aspettative – afferma Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli a Radio Vaticana –. Pensiamo di avere davvero una piazza gremitissima e soprattutto con gente di ogni tipo, di ogni estrazione. Per quanto riguarda l’associazionismo, credo che sarà rappresentato tutti. Non è una manifestazione contro le persone – sottolinea Gandolfini – questo Family Day è una grande manifestazione del comune sentire della gente o invece è un’adunata di qualche migliaia di persone”.

La partecipazione al Family Day misurerà i sì e i no sia nel campo dei movimenti cattolici che nello stesso episcopato, segnando le differenze tra chi approva l’uso della piazza per campagne di pressione sulla politica e chi invece ritiene che i tempi e le modalità necessarie anche per opporsi alla legge siano oggi diversi.

Tra i grandi movimenti, per esempio, Comunione e Liberazione ufficialmente non sostiene la manifestazione, ma non mancheranno molti ciellini a titolo personale. Hanno preso le distanze anche i Focolari e le Acli (“il clima da tifoseria che si è creato in questi giorni a ridosso del Family Day non fa certo bene alle vere priorità della famiglia”, “non condividiamo la strumentalizzazione delle piazze”, dicono le Acli, sottolineando “l’importanza di riconoscere le unioni civili, anche omosessuali” senza però equipararle al matrimonio), laddove molti altri gruppi e sigle sono attivissimi nella promozione dell’evento.

Anche tra i vescovi le posizioni sono diverse. La decisione di comune accordo dei vertici Cei di non tenere la consueta conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio episcopale che si sono svolti giovedì. C’è la posizione più interventista del presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, e quella più distaccata del segretario generale Nunzio Galantino, in linea col Bergoglio refrattario ai vescovi-pilota che guidano la mano dei laici. Non ha mancato di far sentire la sua voce anche il cardinale di Milano, Angelo Scola, che ha rimarcato: “scandalizzarsi perché dei cittadini manifestano è profondamente sbagliato. Sono certo che dal raduno al Circo Massimo usciranno ragioni adeguate e l’apertura al confronto”.

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