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Il giorno della memoria

All’Archivio di Stato “La famiglia Levi: sette donne da Ambivere ai campi di sterminio”

L’Archivio di Stato di Bergamo commemora il “Giorno della Memoria” con una piccola mostra documentaria visitabile nella propria sede di via Bronzetti al civico 26, aperta dal 27 gennaio al 5 febbraio dal titolo “La famiglia Levi: sette donne da Ambivere ai campi di sterminio”.

L’Archivio di Stato di Bergamo commemora il “Giorno della Memoria” con una piccola mostra documentaria visitabile nella propria sede di via Bronzetti al civico 26, aperta dal 27 gennaio al 5 febbraio, con orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 14 e martedì e giovedì dalle 9 alle 17.
La mostra dal titolo “La famiglia Levi: sette donne da Ambivere ai campi di sterminio” ci racconta una nuova drammatica pagina di una storia familiare.

La Famiglia levi il 26 dicembre 1931, lasciata l’ultima residenza di Cesano Maderno in provincia di Milano, si trasferisce nel Comune di Ambivere dove il capostipite Guido, dottore in Chimica e Farmacia, rileva la Farmacia “Fumagalli” sita in via Roma, al numero civico 64.

Il nucleo familiare nel 1943 è composto oltre che da lui, da sette donne: le sue due sorelle, Elda e Lia Marta Levi, provenienti da Genova; la moglie, Emma Bianca Tedeschi e la sorella di lei, Ada, proveniente da Milano; le tre figlie, Nora, Laura e Clara, rispettivamente di 23, 21 e 14 anni.

Morto Guido nell’ottobre del’43, all’età di 52 anni, per una grave malattia, pochi mesi dopo, il 1° dicembre, tutte le donne della sua famiglia saranno arrestate. Tutte nelle proprie case, fatta eccezione per Clara che era a scuola a Bergamo e che sarà attesa all’arrivo del treno.

Dopo alcuni mesi passati nelle carceri di Sant’Agata a Bergamo, saranno tutte deportate, solo Laura si salverà dallo sterminio.

I documenti esposti sono stati tratti da alcuni fondi archivistici posseduti dall’Archivio di Stato di Bergamo: alcuni faldoni che riguardano i beni sequestrati agli ebrei, versati all’Archivio dall’Ufficio Gabinetto della Prefettura di Bergamo; e fascicoli dell’Ufficio Provinciale Assistenza Post-Bellica. Di supporto una tesi sugli Ebrei a Bergamo scritta da Silvio Cavati utilizzando anche i documenti citati.

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