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La lettera

“Cara TEB, perché nessuno paga il biglietto del tram?” fotogallery

La lettera di un cittadino di Torre Boldone secondo il quale molte persone che usufruiscono del servizio TEB non sarebbero in possesso del biglietto

Pubblichiamo la lettera di D.S., un cittadino di Torre Boldone facente parte dei V.O.T. (i Volontari Osservatori del Territorio che perlustrano gratuitamente a piedi le strade del paese) secondo il quale molte delle persone che usufruiscono del servizio TEB – la linea tranviaria interurbana che collega le stazioni di Bergamo e Albino – non sarebbero in possesso del biglietto.

La stragrande maggioranza di queste – nota D.S. – di origine straniera. Un malcostume, si legge scorrendo le righe, favorito dalla quasi totale assenza di controlli volti a contrastare quella che sembra ormai essere diventata una (cattiva) abitudine.

Qui di seguito, il testo integrale della lettera.

«Amici e lettori, durante le mie “serate” di sorveglianza del territorio faccio spesso tappa alla stazione TEB di Torre Boldone. Nelle numerose – e pressoché quotidiane – perlustrazioni con i V.O.T., ho notato che molte delle persone che usufruiscono del servizio di linea tranviaria non obliterano il biglietto. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: sono tutte in possesso dell’abbonamento? Sappiamo che la TEB, finanziariamente parlando, naviga in acque agitate, e il mancato pagamento del biglietto è una costante che di certo non aiuta. Un’abitudine, purtroppo, diffusa tra cittadini italiani e stranieri (questi ultimi, stando a quanto ci è dato osservare, in netta maggioranza).
Già all’inizio del 2015 esposi il problema alla TEB: allora mi fu risposto che avrebbero intensificato i controlli, impiegando un maggior numero di personale. Effettivamente, in primavera vagliarono un uso sperimentale del servizio di controllo con le guardie giurate, senza tuttavia migliorare la situazione: una volta ‘scovati’, infatti, i portoghesi dichiaravano generalità false, senza nemmeno esibire i documenti. Un’ulteriore spesa a carico della TEB, dunque, che non ha di certo alleviato il problema.
Un problema che, al contrario, continua ad essere attuale: i costi per i passeggeri paganti aumentano, proprio come i portoghesi che se ne approfittano. Inoltre, mancando le risorse economiche, anche sicurezza e manutenzione cominciano a difettare: tratti di strade completamente al buio, pensiline e stazioni sporche per scarsa pulizia e telecamere e distributori dei biglietti spesso malfunzionanti; per non parlare di tutte quelle situazioni spiacevoli – se non addirittura pericolose – che i controllori si ritrovano a fronteggiare.
Ora, lamentarsi serve a poco. Occorre trovare una soluzione. O, quantomeno, proporne una: dall’impiego di controllori coadiuvati da un membro delle Forze dell’Ordine, all’inserimento di una normativa che, come in molti paesi all’estero, obblighi gli utenti a salire a bordo dalla porta anteriore per comprare il biglietto direttamente dall’autista. In ultima analisi, ci tengo a dire una cosa: questa lettera non è figlia del pregiudizio, del razzismo o dell’intolleranza; al contrario, vuole solo far luce su un fenomeno culturale sbagliato, che ignora le più elementari forme di comportamento etico, sociale e civile».

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