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La lettera

“Caro sindaco, i cartelli anti Islam sono una barzelletta”

Pubblichiamo la lettera che un cittadino bergamasco ha inviato al sindaco di Pontoglio Alessandro Seghezzi.

Pubblichiamo la lettera che un cittadino bergamasco ha inviato al sindaco di Pontoglio Alessandro Seghezzi balzato agli onori delle cronache dopo aver installato i nuovi cartelli stradali con un esplicito invito: “Pontoglio paese a cultura occidentale e di profonda tradizione cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”

Buona sera sig Seghezzi,

mi permetto di scrivere queste 2 righe riguardo i vostri cartelli “culturali”, o meglio, semi-culturali.  Credo che sia un atto un poco eccessivo, poco utile, soldi un poco buttati (senza voler fare conti in tasca).

In meno di 10 ore questa iniziativa è oramai barzelletta ai confini della fantasia, tant’è che mi pare assurdo dover mettere cartelli per ricordare ai suoi cittadini e a chi di transito a Pontoglio le tradizioni ed il credo di tutti noi. Sappiamo tutti le nostre discendenze cristiane, ed essendo io in primis un amante dell’arte italiana, ringrazio le nostre istituzioni cattoliche che con i soldi della povera gente è riuscita a finanziare e mantenere tutta l’arte che oggi posso ammirare.

Perché le sto scrivendo? Le scrivo perché questa mattina ho sorriso. Ed ora, a fine giornata, sorrido ancora.

Cercando di capire le ragioni e cosa di preciso cercate di trasmettere. Vivo in una città (Bergamo) che ospita grandissime ed immense forme d’arte: l’antica città alta con le sue mura ed edifici Veneti, le antiche strade commerciali, dalla via Mercatorum alla via Priula, gli affreschi del Lotto, le fotografie di Buscarino al prestigioso teatro Donizetti ed altre immense finestre d’arte.

Senza parlare del territorio, delle sue potenzialità tutt’ora INUTILIZZATE. Detto questo mi chiedo senza pace il senso di un cartello che proclama la tradizione e la cultura di un territorio che di fatto NON è minimamente valorizzato dalla popolazione locale che da sempre lo vive fregandosene completamente di tutta la cultura.

Mi permetto di definire i suoi cartelli e la sua azione ridicola, non vergognosa, non offensiva come dicono in molti, ma incredibilmente ridicola e povera si. Le persone realmente colte e con un senso effettivo della tradizione non hanno bisogno di memorandum su bordo strada e tanto meno si sentono offesi o presi in merito da questo, e chi dovrebbe invece sentirsi sotto accusa probabilmente non sa l’italiano, non sarebbe stato meglio tradurlo direttamente anche in arabo, romeno?

Credo che ognuno di noi debba farsi carico della propria cultura prima di affiggerla in giro, in uno stato dove il massimo dell’arte crolla, i teatri chiudono per fallimento e la notizia drammatica la fa solo il cocorico, sarebbe utile incentivare alla cultura senza alzare polveroni tra la gente. Non era meglio scrivere: “Pontoglio città d’arte e tradizioni”? Qualcosa di Veneto lo avete…

Riassumendo ciò che avete fatto non vi ha dato buona pubblicità, spero vi dia almeno i voti degli elettori salviniani che dalla mattina festeggiano il cartello come santa reliquia da incastonare nel loro presepe famigliare.
Attendo una piccola risposta, o solo un piccolo suo perché.

Cordiali saluti e felici feste.

Francesco

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