La verità ha un sapore onirico: Dalì acrobata ammalia il Donizettifotogallery
"La verità", fluttuante e contorta, stravagante e colorata, mitologica e artistica: è la versione di Daniel Finzi Pasca e della compagnia Finzi Pasca che ha inaugurato martedì sera con un fuoco d'artificio la stagione della prosa al teatro Donizetti di Bergamo.
Prendete una tela di Salvador Dalì, anzi un telone, e mettetelo all’asta per raccogliere fondi per aiutare artisti decrepiti. Per venderlo, questo gigantesco fondale, per far salire il suo valore, fate prendere vita agli oggetti, ai soggetti che lo compongono.
Ma non una vita “normale”, dev’essere speciale: un po’ onirica, un po’ acrobatica, un po’ musicale, un po’ circense, un po’ danzata… Così, alla maniera di Dalì, surreale, col sapore delle caramelle alla menta.
Il sapore della verità.
“La verità”, fluttuante e contorta, stravagante e colorata, mitologica e artistica: è la versione di Daniel Finzi Pasca, della compagnia Finzi Pasca che ha inaugurato martedì sera con un fuoco d’artificio la stagione della prosa al teatro Donizetti di Bergamo.
Trapezisti e giocolieri, battute e canzoni, veli bianchi, ironia e dolcezza. E tanta bravura da parte dei quattordici… attori? acrobati? danzatori? Artisti, chiamiamoli così.
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La Verità di Finzi Pasca apre la prosa al Donizetti
Salvador Dalì è il protagonista indiscusso e lo si incrocia spesso anche sul palco, con una maschera dai baffi inconfondibili: il telone che preparò per una regìa newyorkese del Tristano e Isotta di Richard Wagner negli anni Quaranta (Tristan Fou) è lì a dominar la scena, maestoso e simbolico come tutta l’arte del pittore di Figueres.
E’ lui, eccessivo e anche grottesco, a volte comico e spesso ineffabile. Speciale nella sua ricerca della verità. “La verità è tutto quello che abbiamo sognato, che abbiamo vissuto, che abbiamo inventato”.
Un infinito applauso dal pubblico di Bergamo per questo ottimo inizio di stagione. E, si sa, chi ben comincia….
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