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L'intervista

Verso Dea-Chievo, parla Marco Pacione: “L’Atalanta, fatta e allenata bene”

L'ex bomber orobico, oggi team manager dei veronesi: "I nerazzurri giocano ad altissimi livelli, da grande squadra. Speriamo che anche in futuro ci si possa ritrovare con questa bellissima classifica"

Trent’anni fa con i suoi gol (15 in 36 partite nella stagione 1984-85, quella della promozione, in totale 26 gol in 85 partite) riportava l’Atalanta in serie A. Oggi (e ormai da vent’anni) è il team manager del Chievo: a parte gli occhiali e l’aria da gentleman inglese, non è cambiato granchè da quel ragazzo dinoccolato che a Bergamo è cresciuto e arrivato al grande calcio. Lo rivedremo in campo domenica 13 ad accompagnare le squadre ma ammette che, se potesse, si rimetterebbe gli scarpini per cercare di fare gol e aspetta con molta curiosità la prossima sfida al “Bentegodi”, lui che è rimasto legatissimo all’Atalanta ma anche al “suo” ds Giovanni Sartori.

L’ex è Marco Pacione, soddisfatto del suo Chievo: “Siamo partiti molto bene, poi c’è mancato qualche risultato più per sfortuna e ingenuità che altro, perché le prestazioni sono sempre state all’altezza. La nostra è una squadra che cerca di fare gioco e a Frosinone abbiamo vinto una partita difficile, con un pizzico di fortuna… che abbiamo ritrovato visto che l’avevamo persa. Però abbiamo fatto una gara tosta e al momento giusto abbiamo saputo colpire”.

Pacione parla, da ex collega, degli attaccanti: “Meggiorini sempre determinante, Paloschi gioca per la squadra, Pellissier lo trovi sempre, è ormai un simbolo, Inglese… eh sì, è abbastanza richiesto. Ma vorrei dire che tutti lavorano per la squadra: è la vittoria del gruppo, abbiamo un bravo mister, soprattutto abbiamo dimostrato di saper uscire bene anche nei momenti difficili, con la consapevolezza delle nostre prestazioni”.

Paloschi spesso paragonato a Inzaghi… “Pippo è il suo punto di riferimento, il suo fratello maggiore. Alberto è un ragazzo splendido, amato da tutti nello spogliatoio, gioca per la squadra, si sacrifica, poi ha la dote di capitare nel posto giusto al momento giusto. Fa sempre i suoi 13-14 gol, è già in media anche quest’anno. Se lui o gli altri mi chiedono qualche consiglio? Ci confrontiamo, c’è rispetto, si scherza un po’ sui paragoni tra le varie epoche”.

Si parla di Atalanta e Pacione si illumina: “Bene, bene… Una squadra costruita con attenzione e competenza, devo fare i complimenti al mio ex ds Sartori, ho lavorato una vita con lui… de Roon? Non c’erano dubbi che fosse un giocatore di alto livello: Giovanni (Sartori, ndr) è un grande ds e conoscitore di calcio e mi fa un enorme piacere rivederlo in una pazza come Bergamo, che mi sta molto a cuore. L’Atalanta sta bene”, ripete Pacione, “perché è fatta bene e allenata bene. Ti può mettere in grande difficoltà e ha giocatori che fanno la differenza. Quando una squadra è a questi livelli vuol dire che tutti danno qualcosa in più, potrei parlare di Moralez, del Papu, di de Roon, ma è il gruppo che sta dando qualcosa di grande. E mi fa piacere rivedere un Pinilla in grande spolvero: un attaccante di razza, Sartori l’aveva portato in Italia e sta dimostrando il suo valore anche se non lo vedremo in questa occasione. Beh c’è Denis che…avercene, di attaccanti così”.

Marco Pacione

Sul paragone tra Stromberg e de Roon, Pacione (che con Glenn ha giocato nell’Atalanta di Sonetti) non si tira indietro: “Stromberg ha fatto la storia dell’Atalanta e quindi de Roon dovrà fare un bel percorso per raggiungerlo, però mi sembra un grande professionista, sta facendo molto bene. Spero davvero che possa ripercorrere la carriera di Glenn, grande leader dell’Atalanta”.

Difficile trovare un paragone con Pacione: “Paloschi, Meggiorini, anche Denis e Pinilla…attaccanti in cui un po’ mi rivedo: io ero fisicamente più alto, correvo molto, facevo a sportellate e giocavo per la squadra, mi sacrificavo e riuscivo a fare spazio per l’altra punta. E qualche volta facevo anche gol, ma allora era più difficile secondo me: adesso ti marcano anche a zona, una volta ti seguivano anche in bagno…”.

Dovesse giocarsi questa sfida? “Non fatemi fare pronostici, dico solo che sono contento perché ci arriviamo con due squadre in salute. E speriamo che anche in futuro ci si possa ritrovare con questa classifica”.

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