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Pubblica amministrazione

Dipendenti della Provincia, futuro sempre più incerto I sindacati: “E’ il caos”

Rimangono ancora senza soluzione alcuni nodi sul processo di ricollocazione del personale delle Province, Bergamo inclusa, mentre è sempre più certo il rischio collasso per questi enti che, come prevede la manovra approvata nei giorni scorsi in Senato, subiranno un prelievo di risorse il prossimo anno di 1,6 miliardi, dopo il miliardo elargito quest’anno.

Rimangono ancora senza soluzione alcuni nodi sul processo di ricollocazione del personale delle Province, Bergamo inclusa, mentre è sempre più certo il rischio collasso per questi enti che, come prevede la manovra approvata nei giorni scorsi in Senato, subiranno un prelievo di risorse il prossimo anno di 1,6 miliardi, dopo il miliardo elargito quest’anno.

Secondo FP CGIL, CISL FP e UIL FPL “non si ha ancora alcuna notizia certa sulla destinazione dei dipendenti ‘ricollocati’, né tantomeno del destino degli oltre mille precari, in scadenza a fine anno, così come la mancanza nel monitoraggio di alcune regioni a statuto ordinario, e di tutte quelle a statuto speciale, nasconde seri rischi per i lavoratori coinvolti e per i servizi erogati ai cittadini”.

“Riguardo alla situazione bergamasca – dice Mario Gatti, segretario generale FP CISL provinciale – non abbiamo ancora la dichiarazione dei soprannumerari (cioè fuori dalla pianta organica, ma ancora in servizio per gestire le funzioni non fondamentali. Se a fine 2016 non saranno ricollocati, diventeranno “esubero”, retribuiti all’80%, per 2 anni, poi il licenziamento effettivo). Il portale PMG è stato di fatto chiuso il 15 novembre per cui non si possono inserire eventualmente i nominativi. La situazione è confusa, l’osservatorio regionale sul tema, al quale partecipiamo come "uditori" non produce conclusioni alla soluzione per i lavoratori: è un continuo rimandare, e la Regione agisce in contrapposizione al Governo centrale, tenendo il “braccio corto” sulle risorse necessarie per le funzioni che ha delegato alla Provincia; l’UPL e l’ANCI non sono incisivi….e la storia continua”. Infatti, proseguono le sigle del pubblico impiego, “c’è il rischio concreto di trovarci di fronte a un ente al collasso, e senza che questo sia in grado di garantire i servizi minimi.

La manovra, così come è stata approvata al Senato, lascia immutato il prelievo dalle casse delle province di 1,6 miliardi, dopo il miliardo sottratto quest’anno. Una cifra tale, da non poter dare alcuna garanzia ai lavoratori delle province e ai cittadini sul mantenimento dei servizi pubblici”. “Tutti quanti – prosegue Gatti -, e parlo delle Istituzioni, ma anche della politica, pare non vogliano vedere il problema dei servizi tutti, sia ancora fondamentali per l’Ente Provincia, che non fondamentali di competenza Regionale e Statale; in che condizioni stiano funzionando già oggi con il taglio delle risorse, ma soprattutto dal 2016 quando il taglio dei capitoli sarà fortemente impattante. Temo che i Comuni, i Sindaci in prima persona, avranno un grosso problema”. La priorità, dicono i sindacati, deve essere quella di salvaguardare l’occupazione tutta e lo stanziamento di risorse per i servizi. Due priorità, alla base della manifestazione “Pubblico sei tu, Contratto Subito”, in programma sabato 28 novembre a Roma, alla quale parteciperanno una cinquantina di delegati FP CISL di Bergamo.

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