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Appunti&virgole

Per sempre grati a Denis Ma questa Atalanta ora ha bisogno di altro

Il nostro Alberto Porfidia analizza il brutto ko interno rimediato domenica dai nerazzurri toccando un punto - ahinoi - assolutamente dolente: giusto continuare ad aspettare il Tanque o decidere già a gennaio per una separazione che, molto probabilmente, farebbe bene a tutti?

C’era una volta… E ora non c’è più. L’Atalanta di Denis, ma anche di Cigarini, Carmona: non è più quell’Atalanta, quella delle ultime stagioni, delle grandi rimonte con Colantuono.

Ce n’eravamo accorti e avevamo anche apprezzato il bel calcio di Reja, ma anche la svolta del tecnico friulano, che aveva saputo ridisegnare la squadra riuscendo ad abbinare gioco e risultati, soprattutto nel “fortino” del Comunale di Bergamo, dove i nerazzurri avevano ottenuto quattro vittorie e un pareggio.

Contro il Toro, però, la brusca frenata. Che un po’ ricalca il passo falso di Bologna, poco dopo la bella vittoria sulla Lazio. Qui lo stop arriva invece dopo la brillante prestazione di San Siro col Milan e un’Atalanta delusa (a Milano) per i due punti persi, costretta ad accontentarsi del pareggino. Poi la sosta e, alla ripartenza, invece di spiccare il volo i nerazzurri tornano a fermarsi: senza benzina e con un Tanque fuori giri. Come mai?

Purtroppo quella di Denis rischia quest’anno di diventare una telenovela: sette partite (su tredici) e un solo gol, quello che ha fruttato la vittoria contro la Sampdoria. Ma, al di là dei numeri già poco incoraggianti, il Tanque dà proprio l’impressione di avere perso lo smalto, l’attimo che fa la differenza tra un bomberino e un bomber vero. Così con il Toro: una sola vera grande occasione sprecata e tante palle perse o mal difese. Reja allarga le braccia e spiega che doveva pur concedere a German la possibilità di giocare novanta minuti interi, cosa mai successa quest’anno.

Fuori Pinilla, in panchina a scaldarsi Monachello, che aveva giocato l’ultima mezz’ora della partita col Verona, sempre al posto di Denis. Ed era finora l’unico pareggio nerazzurro a Bergamo, prima del ko con i granata.

Denis è un po’ la sintesi dei problemi che sono emersi, non certo l’unico. Perché se per la prima volta l’Atalanta non segna in casa quest’anno, non è solo colpa del Tanque che non ha più lo spunto vincente. Contro il muro granata sono andate a sbattere le frecce di Reja, Moralez e Gomez, solitamente velenose se non letali per gli avversari, questa volta più prevedibili e fumose. Ma è un dato di fatto, lo dicono i numeri e le prestazioni, che anche loro rendano meglio con Pinilla piuttosto che con Denis. Con il quale sembra abbiano perso un po’ la sintonia, la capacità di leggere al volo certe situazioni e trasformarle in quelle che adesso chiamano ripartenze o occasioni da gol.

Ma non è solo un problema di attaccanti: l’Atalanta ha stentato col Torino anche perché ha balbettato a centrocampo, dove i “vecchi” Cigarini e Carmona hanno un altro passo rispetto ai giovani Grassi e de Roon, che ormai con Kurtic (a volte pasticcione ma utile alla causa di Reja) formano lo scheletro della squadra nerazzurra. Si potrebbe aggiungere che anche la coppia difensiva Paletta-Toloi, nata dopo l’ultimo mercato, dà più garanzie di altre soluzioni, ma è chiaro che squalifiche o infortuni costringono a volte a mischiare le carte.

Magari qualcuno potrà obiettare: il bergamasco Belotti, ariete del Toro, che tanti avrebbero voluto in nerazzurro al posto di Denis, in nove partite non ha ancora segnato un gol. Peggio di Denis. Vero, però contro l’Atalanta ha colpito una traversa e un palo e ha fatto un lavoro sfiancante, da primo difensore della sua squadra. E Ventura non si lamentava, anzi, per la prestazione dell’ex attaccante dell’AlbinoLeffe…

La sconfitta con il Torino non compromette nulla per la classifica, visto che l’Atalanta si mantiene dalla parte sinistra. La rivelazione resta il Sassuolo, il Toro raggiunge l’Atalanta tra le medio-piccole che ancora hanno l’Europa alla portata.

Senza illudersi, certo, anche perché davanti ci sono squadre di ben altro spessore, a cominciare dalla Juve che ha appena staccato i nerazzurri.

Tuttavia, se vorrà guardare al futuro con ambizione e mantenere una posizione almeno tra l’ottava e la decima posizione, l’Atalanta dovrà fare un’analisi seria in vista del prossimo mercato di gennaio. E decidere: con tutta la riconoscenza possibile a Denis, che è già tra i grandi cannonieri della storia atalantina. Altre quattro reti e salirebbe sul podio assoluto alla pari con Bassetto: ora ha 53 gol, a 112 in testa Cristiano Doni e a 62 Severo Cominelli. Ma vale la pena, aspettarlo ancora?

Alberto Porfidia

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