Dopo Bologna le ipotesi e i retroscena si sprecano sul futuro delle alleanze del centrodestra per contrastare il governo Renzi.
Appare certo comunque che, nonostante i dubbi e le incertezze, la carta vincente passa dall’unione di Berlusconi-Salvini-Meloni come lo stesso ex premier azzurro ha trionfalmente annunciato dal palco.
Ma allo stesso tempo il cavaliere non sembra ancora intenzionato a lasciare lo scettro a Salvini. Ed è vero che il Matteo lumbard non ha i numeri da Nord a Sud tant’è che domenica ha lanciato il suo grido di battaglia: "Se voi non mollate, io non mollo di un millimetro, se ci siete, ci sono anche io, da Nord a Sud perché abbiamo un compito storico.
Sembra proprio contenuta in questa frase la sfida del leader leghista nei prossimi due anni in vista delle politiche del 2018.
Nel prossimo congresso del Carroccio, previsto all’inizio del 2016 sembra infatti che verrà cambiato lo statuto: la Lega Nord si trasformerà in Lega dei Popoli. Le liste di questa nuova Lega si presenteranno a Roma e a Napoli: se otterranno percentuali a due cifre, Salvini potrà dire di esserci pure al Sud. A quel punto nessuno potrà negargli la leadership.
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