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Appunti & virgole

Bologna come Torino: smontato il tridente l’Atalanta non gira più

Il nostro Alberto Porfidia analizza la disfatta di Bologna che ha riportato "sulla terra" i nerazzurri: la Dea senza il trio delle meraviglie Gomez-Pinilla-Maxi Moralez mette in mostra tutti i suoi limiti offensivi. E' successo contro la Juventus, si è ripetuto al Dall'Ara.

L’Atalanta di Bologna? Sembrava la Lazio di Bergamo: padrona del campo, superiore all’avversario nel primo tempo. Gomez e D’Alessandro ubriacanti, liberi di portare a spasso difensori tutt’altro che sicuri. E sul punto di cadere da un momento all’altro.

Invece siamo di nuovo sull’altalena: nerazzurri esaltanti in casa e sciuponi fuori.

Nel primo tempo un’Atalanta pimpante contro un Bologna traballante dietro e poco preciso davanti, impreciso e pasticcione. Una squadra ancora malata, da mettersi le mani nei capelli per il suo… nuovo medico Roberto Donadoni, mentre Edy Reja aspettava solo che i suoi trovassero il modo di sbloccarsi, per tradurre in pratica una superiorità evidente.

Invece non è stato così. Nel secondo tempo l’Atalanta si è sciolta come la Lazio a Bergamo e il salto di qualità, atteso, non c’è stato. Solo rimandato? Vedremo.

Qualcosa sapremo già dalla prossima trasferta a San Siro, sabato contro il Milan. Quando dovremmo vedere un’Atalanta più concreta fuori casa, almeno questo dicevano i pronostici, le sensazioni alla vigilia della serie di impegni prima della nuova sosta: Juventus-Lazio-Bologna-Milan. Finora due sconfitte e una vittoria: tre punti, sei gol subiti e due segnati. Non è quello che si sperava? Aspettiamo la prova di Milano per dirlo, sempre (comunque) considerando che la squadra di Reja sta ancora nella parte sinistra della classifica, quindi lontana dai pericoli.

Ma bisognerebbe capire il perché di certi risultati.

Fino a ieri si dava la “colpa” agli avversari: come fai a non perdere sul campo dell’Inter, della Fiorentina, della Juve? Va bene, ci sta. Però col Bologna era un’altra storia, era il primo confronto diretto, almeno in teoria, pensando a quella che era la griglia di partenza del campionato. Invece anche dal “Dall’Ara” solo delusione e cattive notizie. Perché? Come mai contro una squadra che vale meno dell’Empoli i nostri eroi hanno beccato tre schiaffi senza fiatare? E a quel punto senza quasi una reazione?

Intanto non si può girarci tanto intorno: turnover è stato, piccolo fin che volete, ma qualcosa Reja ha cambiato, nell’Atalanta scesa in campo a Bologna. Bastano due pedine, Pinilla e Moralez in panchina (a Torino era rimasto fuori Gomez) sostituiti da Denis e D’Alessandro, per smontare un meccanismo d’attacco che fin qui aveva funzionato.

Poi è vero che il primo gol del Bologna parte da un errore di Toloi, un passaggio maldestro del brasiliano a sua volta forse non proprio a suo agio sull’esterno. In sette minuti l’Atalanta ha subito due gol, con qualche responsabilità anche di Sportiello sul secondo. E l’eurogol di Brienza è stato il sigillo su una giornata storta, da dimenticare, ormai compromessa e non più recuperabile.

Il peggio era stato fatto nel primo tempo, con l’Atalanta bella ma frivola, mai concreta e capace di tradurre la propria superiorità: infatti la partita di Denis è durata meno di un’ora, ma quando è uscito i nerazzurri erano già sotto, difficile rimontare non una ma due reti, tra l’altro non nel fortino di Bergamo ma in uno stadio a quel punto tutto schierato con Donadoni e i suoi giocatori rinati. Destro che non segnava mai, Brienza che a 36 anni fa gol come a Bergamo con l’Atalanta quando piegò all’ultimo minuto il Milan di Seedorf.

Intendiamoci. Non è solo “colpa” di Denis perché non ha fatto gol. Tutta la squadra è calata nel secondo tempo, forse ha pagato anche la fatica della rimonta sulla Lazio e sembrava non esserci più di testa né di gambe. E poco ha potuto fare anche Maxi Moralez, entrato nell’ultima mezz’ora al posto di un Kurtic pasticcione. A quel punto il Bologna poteva sfruttare gli spazi e gettarsi in contropiede a cercare e trovare il terzo gol.

Reja scuote il capo quando guarda i numeri e non è convinto che esista un’Atalanta da casa e un’altra da trasferta, però ora la realtà è questa. Poteva essere smentita proprio a Bologna: perdi fuori contro le grandi ma pareggi a Reggio Emilia col Sassuolo e vinci a Empoli, ma quando potresti superare una trasferta abbordabile… ti fermi di nuovo.

E’ un po’ la teoria della coperta corta: con certi giocatori vinci, non altrettanto accade se cambi. Il tridente Moralez-Pinilla-Gomez è quello delle grandi prestazioni e delle imprese da ricordare, in questa prima metà di andata. Loro erano in campo insieme anche a Empoli così come prima col Sassuolo, per non parlare della partita esaltante con la Lazio o prima ancora col Carpi.

Dalla formazione che affronterà il Milan capiremo, forse, qualcosa in più su questa Atalanta così “lunatica”.

Alberto Porfidia

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