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Si dice che...

Diocesi e Comune di Bergamo abbandonano e si sfilano dal Centro di etica ambientale

Il Comune di Bergamo e la Diocesi, due dei tre soci fondatori del Centro di etica ambientale, si sfilano e abbandonano l'associazione presieduta da don Francesco Poli. Già il 31 agosto monsignor Vittorio Nozza, vicario episcopale per i laici e per la pastorale, in una lettera avrebbe comunicato che la Diocesi di Bergamo non avrebbe più confermato la propria presenza nell'associazione. Nella giornata di giovedì 8 ottobre il Comune di Bergamo, con una delibera, ha deciso di uscire dal Centro di Etica ambientale.

Gestione "poco trasparente", "uno stile che non rifletta e non permetta la presenza efficace e costruttiva della Diocesi in qualità di socio". Sarebbero questi alcuni passaggi di una lettera, datata 31 agosto 2015 e firmata da monsignor Vittorio Nozza, vicario episcopale, e indirizzata a don Francesco Poli, presidente del Centro di Etica Ambientale di Bergamo, che avrebbero aperto un varco difficilmente colmabile.

Uno dei tre soci fondatori, la Diocesi di Bergamo, si defilava così dal Centro di Etica Ambientale.

Trentotto giorni dopo quella lettera della Diocesi, una delibera del Comune di Bergamo stabilisce l’uscita di un altro socio dall’associazione presieduta da don Poli. Resta per ora – e non si sa per quanto – la presenza della Provincia di Bergamo.

Costituito il 12 dicembre 2008 per opera dei tre soci fondatori (Diocesi, Provincia e Comune di Bergamo) il Centro di Etica Ambientale di Bergamo "ha il compito di accompagnare, nella direzione di una più armonica e conviviale alleanza tra uomo e ambiente naturale, la nuova fase di ricerca e di sviluppo che l’umanità ha intrapreso in questo inizio del terzo millennio, ormai definita come fase della "terza rivoluzione industriale", nelle sue articolazioni più generali come nelle sue traduzioni più concrete ed empiriche, specifiche del territorio della Provincia di Bergamo. L’Associazione, senza fini di lucro e con la prevalente azione diretta e gratuita dei propri aderenti, si propone, con riferimento al territorio della Provincia di Bergamo e nel più ampio contesto regionale, nazionale ed europeo, di sviluppare nel settore della tutela e della valorizzazione della natura e dell’ambiente, l’attività di sensibilizzazione, ricerca, studio, riflessione, dibattito, formazione, sostegno, organizzazione di eventi e di momenti di dialogo tra diversi soggetti, anche istituzionali, sui temi dello sviluppo e della sostenibilità ambientali".

Sette anni dopo la sua costituzione, l’associazione si trova zoppa di ben due colonne. Abbandoni che pesano, se si considera che proprio quest’anno con l’Expo e l’enciclica di Papa Francesco sull’ambiente, il Centro di Etica Ambientale, avrebbe dovuto trovare ampio spazio di manovra e di lavoro. 

Bocche cucite sulle scelte delle due istituzioni che hanno deciso di defilarsi, pare che qualcosa nella "gestione" e nello "stile" di amministrare l’associazione non sia stato ritenuto abbastanza trasparente, nonostante i ripetuti appelli. 

 
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