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Cultura

A Svetlana Aleksievic il premio Nobel per la letteratura 2015

Svetlana Aleksievic, scrittrice e giornalista bielorussa, è stata premiata per la sua “polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sof erenza e al coraggio dei nostri tempi”.

Dopo il Nobel per la medicina assegnato alla giapponese Youyou Tu, anche quello per la letteratura si tinge di rosa. Svetlana Aleksievic, 67 anni, scrittrice e giornalista bielorussa, è stata premiata per la sua “polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi”.

Laureata in giornalismo all’università di Minsk, dopo aver lavorato per numerose testate importanti ha deciso di dedicarsi a reportage in diversi ambiti, tra cui la scrittura e il teatro, ed è passata alla storia come cronista di rilievo durante gli ultimi anni dell’Urss.

Fuggita dal Paese natale per sottrarsi alle accuse del presidente Aleksandr Lukasenko, che sospettava qualche suo coinvolgimento con la Cia, vive da anni a Parigi. Tra i tanti favoriti per la vittoria (come ad esempio Haruki Murakami, Umberto Eco, Claudio Magris), Aleksievic ha stupito tutti per il suo stile di scrittura estremamente fedele alla realtà. Nel corso della sua carriera ha affrontato vari temi, dal disastro di Cernobyl alla guerra in Afghanistan, e le sue opere sono state tradotte in tutto il mondo.

Tra le princiali ricordiamo La guerra non ha un volto di donna, dedicato alle donne sovietiche al fronte durante Seconda guerra mondiale, e Ragazzi di zinco, in cui racconta la guerra in Afghanistan vista con gli occhi dei reduci sovietici; in Incantati dalla morte denuncia i numerosi suicidi provocati dal crollo dell’Urss, mentre in Preghiera per Cernobyl ricorda le vittime della tragedia nucleare. Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2014, si intitola Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (Bompiani, pp. 777, 24 euro) e racconta storie di persone comuni alle prese con la “nuova Russia” postcomunista. L’autrice ha invitato i suoi compatrioti ad avere fiducia nelle parole nonostante tutto, e ha dichiarato: “il fallimento del rinnovamento promesso dalla perestrojka gioca ancora un ruolo rilevante. La delusione scaturita da quella rivoluzione mancata ha generato un sentimento di impotenza sul quale la propaganda ufficiale ha facile presa”. Prima di questo premio aveva già ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio internazionale per la pace degli editori tedeschi nel 2013.

Sofia Brizio

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