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Vigevano

Scarcerata da poche ore, è morta la madre della combattente Isis

La donna, arrestata insieme al marito lo scorso primo luglio in un'indagine del pool antiterrorismo di Milano, aveva saputo proprio ieri della sua scarcerazione da parte del gip, mentre si trovava ricoverata da qualche giorno in ospedale a seguito di un intervento chirurgico.

E’ morta nella notte all’ospedale di Vigevano Assunta Buonfiglio, la madre della presunta jihadista italiana Maria Giulia ‘Fatima’ Sergio. La donna, arrestata insieme al marito lo scorso primo luglio in un’indagine del pool antiterrorismo di Milano, aveva saputo proprio lunedì 5 ottobre della sua scarcerazione da parte del gip, mentre si trovava ricoverata da qualche giorno in ospedale a seguito di un intervento chirurgico.

Lunedì il gip di Milano Ambrogio Moccia aveva disposto la scarcerazione della donna e del marito Sergio Sergio, entrambi detenuti da oltre tre mesi con l’accusa di essere in procinto di partire per la Siria per unirsi all’Isis assieme alla figlia Maria Giulia, che si troverebbe ancora nel paese mediorientale.

Maria Giulia Sergio, la giovane di 27 anni convertita all’Islam con il nome di Fatima Az Zahra, su Facebook, qualche anno fa, si augurava in nome di "Allah" la "vittoria sui miscredenti". Sul suo profilo personale del social network la giovane, originaria di Torre del Greco (Napoli) e che ha vissuto nell’hinterland milanese e poi in Toscana prima di partire per la Siria per combattere a fianco dell’Isis, aveva inserito una serie di fotografie ritraenti donne che indossano il niqab, il velo integrale.

Uno degli ultimi post della 27enne, che si è convertita all’Islam assieme a tutta la sua famiglia (padre, madre e sorella vivevano ancora a Inzago, al confine con la provincia di Bergamo), risale al novembre 2013. Nel dicembre del 2010, invece, scriveva: "Allahumma rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria sui miscredenti".

Fatima, dopo aver sposato prima un marocchino e poi un albanese e dopo aver frequentato anche la moschea di Treviglio (in realtà una tensostruttura nella zona industriale in cui viene praticato il Ramadan), sarebbe partita da Roma con un aereo diretto ad Istanbul. Dalla capitale turca, poi, dopo aver attraversato il confine, avrebbe raggiunto la Siria per unirsi ai fondamentalisti del sedicente Stato Islamico.

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