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Il discorso

Papa Francesco all’Onu: No a un’economia che uccide e no al narcotraffico

Bergoglio alle Nazioni Unite ripete: basta guerra, negazione di tutti i diritti. Le istituzioni internazionali devono agire in difesa dei diritti umani, a tutela dell’ambiente «casa comune», per «il rispetto assoluto della vita umana in tutte le sue fasi e dimensioni. No al narcotraffico. No alla proliferazione delle armi nucleari. No alle armi di distruzione di massa. No alle nefaste consegue di un’economia mondiale che uccide.

di Pier Giuseppe Accornero

Settant’anni fa, il 24 ottobre 1945, viene ufficialmente fondata l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) con la ratifica dello statuto da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza: Stati Uniti, Cina-Taiwan, Francia, Unione Sovietica, Regno Unito e di altri 46 Stati. La decisione viene presa in una conferenza internazionale a San Francisco dal 25 aprile al 26 giugno 1945.

L’Onu sostituisce la Società delle Nazioni, operativa dal 1920 al 1946, che non aveva impedito l’immane tragedia della seconda guexrra mondiale.

All’Onu aderiscono 193 Stati su 205.

Settant’anni dopo, il 25 settembre 2015, il Vescovo di Roma inaugura con il suo discorso la 70ª assemblea generale. Dopo Paolo VI il 4 ottobre 1965, Giovanni Paolo II il 2 ottobre 1979 e il 5 ottobre 1995, Benedetto XVI il 18 aprile 2008, Francesco ripete: basta guerra, negazione di tutti i diritti. Le istituzioni internazionali devono agire in difesa dei diritti umani, a tutela dell’ambiente «casa comune», per «il rispetto assoluto della vita umana in tutte le sue fasi e dimensioni. No al narcotraffico. No alla proliferazione delle armi nucleari. No alle armi di distruzione di massa. No alla distruzione dei cristiani In Medio Oriente e nei Paesi islamici. No alle nefaste consegue di un’economia mondiale che uccide.

ELOGIO DELLE NAZIONI UNITE

– Bergoglio afferma che l’Onu è «una risposta imprescindibile dal momento che il potere tecnologico, nelle mani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche, è capace di produrre tremende atrocità». Si associa all’apprezzamento dei predecessori: la Chiesa ripone molta fiducia in questa istituzione. Molti risultati positivi sono stati conseguiti: «La codificazione e lo sviluppo del diritto internazionale, la costruzione della normativa internazionale dei diritti umani, il perfezionamento del diritto umanitario, la soluzione di molti conflitti e operazioni di pace e di riconciliazione».

OMAGGIO AI CADUTI DELL’ONU PER LA PACE

– Rende omaggio a coloro che hanno servito «con lealtà e sacrificio l’intera umanità in questi 70 anni». In particolare quanti hanno perso la vita per la pace. Come lo svedese Dag Hammarskjöld, scomodo segretario generale dell’Onu che morì misteriosamente nel 1961in un incidente aereo nell’Africa meridionale mentre cercava di scongiurare la guerra del Congo ex belga, e Premio Nobel per la pace alla memoria. «Fino ai moltissimi funzionari di ogni grado, caduti nelle missioni umanitarie di pace e di riconciliazione».

MAI PIU’ UN PAESE SCHIAVO DI UN ALTRO PAESE

– Auspica la riforma delle Nazioni Unite con «l’obiettivo finale di concedere a tutti i Paesi, senza eccezione, una partecipazione e un’incidenza reale ed equa nelle decisioni». Tale maggiore equità vale specie per gli organi esecutivi, come il Consiglio di sicurezza, gli Organismi finanziari, i Gruppi creati per affrontare le crisi economiche. Gli organismi finanziari internazionali «devono vigilare sullo sviluppo sostenibile dei Paesi per evitare l’asfissiante sottomissione dei Paesi a sistemi creditizi che, ben lungi dal promuovere il progresso, sottomettono le popolazioni a meccanismi di maggiore povertà, esclusione e dipendenza».  

PROTEGGERE GLI ESCLUSI E L’AMBIENTE

– Ricorda che «la limitazione del potere è un’idea implicita nel concetto di diritto. Dare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia, significa che nessun individuo o gruppo umano si può considerare onnipotente, autorizzato a calpestare la dignità e i diritti delle altre persone singole o dei gruppi sociali». Oggi ci sono «molti falsi diritti e ampi settori senza protezione, vittime di un cattivo esercizio del potere: l’ambiente naturale e il mondo di donne e uomini esclusi». Spiega che «esiste un vero “diritto dell’ambiente”: ogni danno è un danno all’umanità». Stigmatizza «la brama egoistica e illimitata di potere e di benessere materiale, che conduce ad abusare dei mezzi materiali e a escludere i deboli e i meno abili».

SVILUPPO SOSTENIBILE E AGENDA 2030

– «Alzo la mia voce, insieme a quella di coloro che aspirano a soluzioni urgenti ed efficaci. L’adozione dell’ “Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” nel vertice mondiale che inizia oggi, è un importante segno di speranza». Confida che la Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico a fine 2015 «raggiunga accordi fondamentali ed effettivi». Ma non basta perché il mondo «chiede con forza ai governanti una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e di misure immediate, per preservare e migliorare l’ambiente e vincere l’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze: tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale.

CASA, LAVORO E TERRA, DIRITTO DI TUTTI

– I poveri devono «essere attori del loro destino. Questo esige il diritto all’istruzione – anche per le bambine, escluse in alcuni luoghi – che si assicura in primo luogo rispettando e rafforzando il diritto primario delle famiglie a educare». I governanti facciano il possibile affinché tutti possano disporre «della base minima materiale e spirituale per rendere effettiva la loro dignità e per formare e mantenere una famiglia, cellula primaria di qualsiasi società. Questo minimo assoluto ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all’educazione e gli altri diritti civili».

RICONOSCERE LA LEGGE MORALE

– Francesco parla delle «nefaste conseguenze dell’irresponsabile malgoverno dell’economia mondiale, guidato unicamente dall’ambizione di guadagno e di potere». C’è necessità di riconoscere «la legge morale inscritta nella natura umana, che comprende la distinzione naturale tra uomo e donna e il rispetto assoluto della vita in tutte le sue fasi e dimensioni». Senza «l’immediata attuazione» dello sviluppo umano integrale, l’ideale di «salvare le future generazioni dal flagello della guerra» rischia di «diventare un miraggio irraggiungibile o parole vuote che servono come scusa per qualsiasi abuso e corruzione, o per promuovere una colonizzazione ideologica con l’imposizione di modelli e stili di vita estranei all’identità dei popoli».

LA GUERRA NEGAZIONE DI OGNI DIRITTO

– «La guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente». Bergoglio parla della «proliferazione delle armi nucleari e di distruzione di massa». Un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca costituiscono una frode verso le Nazioni Unite, che diventerebbero “Nazioni unite dalla paura e dalla sfiducia”». Francesco elogia l’«accordo sulla questione nucleare con l’Iran».

TROPPI CRISTIANI PERSEGUITATI IN MEDIO ORIENTE

– Il Papa ripete il suo appello per il Medio Oriente, il Nord Africa, i Paesi africani «dove i cristiani, con altri gruppi culturali o etnici e anche con quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dall’odio e dalla pazzia, sono stati obbligati a essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case e averi». Situazioni di conflitto anche in Ucraina, Siria, Iraq, Libia, Sud-Sudan, regione dei Grandi Laghi in Africa.

NARCOTRAFFICO E SITUAZIONI DA NON RIMANDARE

– Bergoglio parla anche di un’altra guerra, quella del narcotraffico, che «silenziosamente comporta la morte di milioni di persone, una guerra sopportata e debolmente combattuta». Il narcotraffico è legato «alla tratta delle persone, al riciclaggio di denaro, al traffico di armi, allo sfruttamento infantile e ad altre forme di corruzione». Conclude: «La casa comune di tutti gli uomini deve continuare a sorgere su una retta comprensione della fraternità universale e sul rispetto della sacralità di ciascuna vita umana, di ciascun uomo e di ciascuna donna; dei poveri, degli anziani, dei bambini, degli ammalati, dei non nati, dei disoccupati, degli abbandonati, di quelli che vengono giudicati scartabili perché li si considera nient’altro che numeri». 

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