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La lettera

“Come può l’università ospitare un omofobo conclamato come il presidente ugandese?”

Scoppia la protesta in Rete contro l'incontro promosso dall'università di Bergamo con il presidente dell'Uganda Yoweri Kaguta Museveni. In intervento firmato da Martina Doneda e rilanciato da Bergamo contro l'omofobia denuncia l'inopportunità di ospitare il leader di uno Stato in cui è ancora in vigore una legge che punisce gli omosessuali.

Scoppia la protesta in Rete contro l’incontro promosso dall’università di Bergamo con il presidente dell’Uganda Yoweri Kaguta Museveni. In un intervento firmato da Martina Doneda e rilanciato da Bergamo contro l’omofobia si denuncia l’inopportunità di ospitare il leader di uno Stato in cui è ancora in vigore una legge che punisce gli omosessuali.

Ecco l’intervento comparso su Bergamo contro l’omofobia:

“Quest’uomo elegante e ben vestito si chiama Yoweri Kaguta Museveni. Il signor Museveni ha festeggiato quest’anno il suo 71esimo anno di età, gode di ottima salute, e l’anno prossimo si accinge a spegnere la candelina del suo trentesimo anno come Presidente della Repubblica dell’Uganda. Repubblica. Trentesimo anno di mandato. Già.

Salito al potere nell’86, proponendosi come semplice garante della transizione verso la democrazia, promise di non rimanere in carica troppo a lungo, promessa mantenuta con costanza fino ad oggi. Il signor Museveni è un grande statista che ha sempre lottato per il suo popolo.

Giusto un paio d’anni fa cercò di reintrodurre leggi anti-sodomia di sapore coloniale, prima proponendo una specie TSO per inculcare l’eterosessualità, poi – una volta concluso che gli omosessuali non erano poveri malati da compatire, bensì individui coscienti di compiere scelte antisociali – ritrattò, proponendo di punire con la reclusione (anche a vita) chiunque fosse stato dichiarato colpevole di omosessualità. Ha costruito la sua figura e quella del suo partito per ammantare con una parvenza di democrazia un governo che (più o meno) subdolamente reprime ogni dissenso, facendo il gioco delle multinazionali “bianche”.

Sfruttando il territorio, il suolo e le genti, sotto l’egida di una cristianità nera ultraconservatrice, Museveni plaude l’intolleranza e sfrutta l’omofobia dovuta alla semplice ignoranza per rafforzare la sua base elettorale, contemporaneamente chiudendo un occhio quando si tratta di espropriare terreni coltivabili per iniziare trivellazioni di petrolio, previste entro i prossimi due anni. Il problema? Questo soggetto, dalla condotta quantomeno opinabile e controversa, terrà, dietro invito dell’Università degli Studi di Bergamo (Ref.http://www.unibg.it/news_e_appunt…/uganda-land-opportunities), una conferenza, in data 22 Settembre, presso la neo-ristrutturata Aula Magna di Sant’Agostino. 

Qui non si tratta di invitare un sostenitore di una data filosofia economica o di un’altra, o di dare ad un linguista con una teoria antropologica eterodossa l’opportunità di esprimere il suo punto di vista. Qui si tratta di invitare a parlare, ad un evento organizzato da un ente pubblico, un calpestatore di diritti umani, un omofobo conclamato. Certo, la conferenza non tratterà di diritti LGBTQ o di studi di genere, ma la scelta dell’oratore rimane quantomeno discutibile”.

I giovani di Caritas, Acli e Operazione Mato Grosso si stano organizzando per accogliere il presidente ugandese con una protesta.

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