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Arte

La mostra

Walter Barbero, alla Gamec i disegni per il recupero del villaggio Douiret

La Gamec ospita fino al 25 ottobre nello spazio ParolaImmagine i disegni di progetto per il recupero e il restauro del centro storico di Douiret, antico insediamento berbero nel deserto tunisino, cui Barbero lavorò negli anni Novanta, sotto l'egida della ONG italiana Ricerca e Cooperazione e della ONG tunisina ASNAPED.

Infaticabile ricercatore, architetto, fotografo, scrittore, Walter Barbero è stato una figura straordinariamente versatile e non riducibile a univoche definizioni sul piano professionale e creativo. A lui, ai suoi progetti d’architettura, di impegno intellettuale e di cooperazione internazionale, sono dedicate le due mostre allestite in queste settimane alla Galleria Ceribelli di via S. Tomaso 86 e alla Gamec di Bergamo.

Per l’occasione, il gruppo di lavoro che nel 2011 ha preso in carico l’archivio di Barbero ha promosso la pubblicazione del pregevole libro "Lasciare tracce – Il viaggio di Walter Barbero" (Lubrina Editore), che raccoglie varie e intense testimonianze e memorie di vita, di viaggio, di studio di chi ha condiviso con l’architetto percorsi intellettuali e progetti di lavoro in Italia e all’estero.

Un omaggio articolato, che giunge a conclusione della catalogazione dell’intera opera di Barbero, e che vuole ravvivare la memoria di un uomo dagli straordinari orizzonti culturali e umani, che ha scelto Bergamo come città per vivere e ha eletto il sud del mondo, in particolare l’Africa, a luogo dello spirito.

Dotato di sensibilità non comune, di una notevole capacità empatica e comunicativa a livello culturale ed etnoculturale, Barbero ha contribuito alla formazione degli studenti del Politecnico di Milano e all’arricchimento delle coscienze di molti, esplorando i processi di trasformazione urbanistica, sociale, antropologica di territori vicini e di latitudini lontane, condividendo con semplicità antiaccademica i risultati delle proprie ricerche e del proprio operato. Impegnato a partire dagli anni Settanta in progetti architettonici di grande novità per Bergamo, a fianco dei colleghi-amici Giorgio Zenoni, Giuseppe Gambirasio, Baran Ciagà, con cui costituì un solido gruppo di lavoro, ha esplorato con originalità di metodo il non facile rapporto tra centro e periferia, e le possibili intersezioni tra necessità abitative e urgenze di sperimentazione formale.

Della sua personalità eclettica, "polifonica" e "cubista" secondo la definizione di alcuni amici e intimi come l’intellettuale Stefano Levi Della Torre e l’artista Maura Cantamessa, danno conto le due mostre cittadine, che indagano aspetti differenti della sua ricerca e del suo impegno multiforme.

La Galleria Ceribelli espone fino al 10 ottobre alcuni progetti originali del collettivo Gambirasio- Zenoni-Barbero-Ciagà e le loro pubblicazioni su prestigiose riviste di settore degli anni Settanta e Ottanta. Attenzione particolare è posta allo sviluppo concettuale e grafico del "Parco della Cultura", un’idea di riqualificazione dell’area dismessa occupata dalla Caserma Montelungo, con estensione su una superficie compresa tra via Pignolo e via San Tomaso fino a Parco Marenzi – già oggetto di una mostra ad hoc allo Spazio Olim nel 2008.

Correda la mostra un video che alterna i volti dei protagonisti di quella straordinaria stagione di lavoro d’ensemble e una rassegna di scorci urbani di Bergamo che raccontano "il coraggio delle cose nuove" nei casi di progetti come le "Terrazze fiorite", "Il Triangolo", l’ex Duse.

La Gamec ospita fino al 25 ottobre nello spazio ParolaImmagine i disegni di progetto per il recupero e il restauro del centro storico di Douiret, antico insediamento berbero nel deserto tunisino, cui Barbero lavorò negli anni Novanta, sotto l’egida della ONG italiana Ricerca e Cooperazione e della ONG tunisina ASNAPED.

L’interessante studio grafico per la Guida della Tunisia (Clup 1982) vede affiancati intensi taccuini di viaggio di vario formato con disegni a matita e acquerelli di paesaggi, architetture, volti e scene di vita quotidiana. Non mancano fotografie in bianco/nero dei luoghi e delle genti, e tessuti e gioielli tunisini a ricreare un clima e un’atmosfera di vita vissuta e condivisa. In occasione dell’inaugurazione, Lanfranco Secco Suardo, compagno di viaggi in Africa di Barbero e presidente dell’Associazione Giovanni Secco Suardo di Lurano, ha raccontato la suggestione e il fascino del villaggio di Douiret, sottolineando l’eccezionalità del progetto di ripristino dell’abitato che a distanza di 20 anni è ancora tenuto in vita dalle comunità locali.

A conclusione della mostra alla Ceribelli, è previsto per sabato 10 ottobre nel cortile dello spazio espositivo un concerto-omaggio di Claudio Angeleri, pianista, compositore, didatta che è stato allievo di Walter Barbero al Politecnico.

Stefania Burnelli

 

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