E' il 1914 quando tal Ramon Unzaga per la prima volta nella storia del calcio osa staccare da terra, volgere la schiena alla porta e colpire il pallone con i piedi rivolti verso il cielo in un gesto tecnico mai visto prima e che da quel momento in poi in Sudamerica sarà ribattezzato la “chilena”, perchè “chileno”, anche se di origine basca, è il suo autore.
A oltre 100 anni di distanza un altro cileno, e chi se no, lascia a bocca aperta stadi interi e si fa interprete di un gesto tecnico spettacolare che nessun altro porta nel sangue come lui: ispirato da Unzaga, Mauricio Pinilla da Santiago tramanda “chilene” ai posteri anche se qui, in Italia, tutti le chiamano rovesciate.
Contro il Sassuolo l'ennesima magia di una carriera vissuta a mezz'aria, con i piedi rivolti verso il cielo ogni volta che gli viene offerta l'occasione: cross arretrato di Gomez, più comodo per uno stop, un colpo di testa, tutt'al più un'acrobazia col sinistro. Macchè: rovesciata istintiva col destro, quasi impossibile da concepire anche per le leggi della fisica ma vincente.
Pinilla ha abituato a stupire, lo scorso anno è entrato subito nel cuore dei tifosi con una “chilena” delle sue al Cagliari, si è confermato con quella al Torino e ha blindato la salvezza con quella al Cesena: al Mapei Stadium la prima dell'anno, ma solo l'ultima di una lunga serie.
Qual è la sua prodezza più bella?
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