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Bergamo

Yara, il papà: quella sera vidi un furgone in via Rampinelli

Udienza fiume al processo Bossetti. Il toccante ricordo della mamma: "Tre giorni prima della morte le chiesi se le piaceva Maurizio, un suo compagno: le si illuminarono gli occhi"

E' rimasto per otto ore seduto, osservando i testimoni e ascoltando tutto ciò che dicevano. Per l'udienza fiume di venerdì 11 settembre del processo che lo vede accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Giuseppe Bossetti è uscito dalla cella (dell'aula del tribunale) e si è seduto di fianco ai suoi avvocati.

Di fronte al presidente della Corte, Antonella Bertoja, poco più in là del pm Letizia Ruggeri, davanti ai legali dei genitori di Yara, Pelillo e Pezzotta.

Ha così potuto guardare in faccia tutti. A partire da Maura Panarese, la mamma della 13enne, che per prima si è seduta sulla sedia dei testimoni.

La donna ha ripercorso i drammatici momenti della scomparsa di sua figlia: "Lei era sempre puntuale - le sue parole - , quella sera è bastato un quarto d'ora di ritardo per allarmarmi. L'ho chiamata, il telefonino ha squillato tre volte, poi è partita la segretaria. E' stata l'ultima volta che ha suonato. Poi solo segreteria".

"Era una brava ragazza - prosegue - , che non accettava passaggi da sconosciuti. Non aveva fidanzatini, ma tre giorni prima della morte le chiesi se le piaceva Maurizio, un suo compagno: le si illuminarono gli occhi".

Toccante la deposizione di papà Fulvio: "Yara era il collante della nostra famiglia - dice tra un paio di pause per il dolore - , era la nostra mascotte. La sera di quel 26 novembre, uscii di casa verso le 19.20 e giunto in via Rampinelli vidi, a 150 metri da me, due fari accesi di un furgone".

Con l'assenza della sorella Keba (parlerà nella prossima udienza di venerdì 18 settembre) si è passato poi alle amiche di Yara, alcune ancora minorenni.

Hanno confermato come fosse "una brava ragazza e con una grande passione per la danza ritmica".

Prima delle ragazzine, parola alle istruttrici di danza, con le numerose domande degli avvocati di Bossetti a Silvia Brena, per una sua traccia di dna ritrovata sul giubbotti di Yara: "Potevo avere avuto un contatto fisico - la sua spiegazione - essendo la sua maestra se sbagliava la guidavo nei movimenti. Oppure potrebbe essere stato per un abbraccio di saluto".

Ecco il resoconto completo della giornata nella nostra lunga diretta dal tribunale di via Borfuro: 

 

 

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