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Si dice che...

Ubi Banca Spa: ipotesi fusione col Banco Popolare scorporando il Creberg

Prima il passaggio da cooperativa a Spa, poi la fusione con il Banco Popolare (magari scorporando il Creberg) e alla fine l'assalto a Monte Paschi di Siena. Il calendario delle operazione non c'è, ma il piano sì. E starebbe sul tavolo del Ministro Padoan per creare un colosso bancario di tutto rispetto.

Ubi Banca sta lavorando sodo da tempo per tagliare il traguardo ed essere la prima Popolare a diventare Spa. Ma nel frattempo si allena al futuro. Con il passaggio da società cooperativa a società per azioni, le banche italiane stanno dialogando tra loro in vista delle prossime fusioni, caldamente suggerite dal Ministero dell’Economia. Anche se non c’è un calendario certo, il piano del ministro Padoan sarebbe quello vedere entro luglio 2016 una nuova mappa bancaria in Italia. La prima operazione sarebbe, sempre secondo indiscrezioni, una fusione tra Ubi Banca e Banco Popolare, per poi inglobare Monte Paschi di Siena. Un’azione per ora sulla carta con qualche deviazione e non pochi strascichi od ostacoli.

Andiamo con ordine.

La prima sarebbe la fusione tra Ubi e Banco, che per radici e sentimenti comuni sarebbe auspicabile, anche se c’è una forte sovrapposizione territoriale. Sovrapposizione che significherebbe uno sterminio di filiali con tagli pesantissimi sul personale.

E allora si potrebbe pensare – seconda fase – ad uno scorporo del Credito Bergamasco, un gioiellino bancario, che andrebbe ad un altro gruppo. Infine, la terza fase dell’operazione, vedrebbe la fusione con Monte Paschi di Siena.

Si creerebbe così un colosso bancario in grando di affrontare importanti operazioni e competere con forza alle banche straniere. C’è chi di fronte a questa ipotesi ha sollevato più di un sopracciglio. Ma Ubi Banca, forte della sua capitalizzazione, sarebbe in grado di condurre il ballo nella sala delle fusioni.

Nei piani del Ministero ci sarebbe anche un’altra fusione tra banche: la Popolare di Milano si sposerebbe con la Popolare dell’Emilia e poi con il Gruppo Carige di Genova. Rimane aperto il fascicolo delle banche venete, con Vicenza e Veneto Banca, ormai pedine delle grandi manovre. Per il resto non rimane che attendere. Per ora siamo solamente ai preparativi.

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