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A gorlago

Del porco non si butta nulla C’è la Sagra che finanzia le scuole in Malawi fotogallery

Torna a Gorlago, dal 26 al 30 agosto, la Sagra del Porco, dal 2010 l’imperdibile appuntamento con il gusto e i sapori della nostra provincia, a prezzi popolari e a scopo benefico.

Ex colonia elioterapica, in via Asperti 17 a Gorlago, dal 26 al 30 agosto si apre la Sagra del Porco. Ogni sera, dalle 19 alle 24, grandi abbuffate assicurate, nel verde spazio in riva al fiume Cherio dell’ex colonia elioterapica. Mille posti a sedere (800 garantiti anche in caso di maltempo) e la comodità del servizio al tavolo, curato con cortesia e simpatia da un team di oltre venti ragazze.

Protagonista indiscusso è, manco a dirlo, il maiale: un omaggio alla secolare tradizione norcina della bassa pianura bergamasca, in cui l’abilità del masér (mattatore) e la peculiarità del clima, fatto di estati torride che si alternano ad inverni rigidi e nebbiosi, rendono i prodotti – sia freschi che stagionati – inconfondibili al palato. Largo, quindi, alla porchetta allo spiedo, cotta a fiamma lenta per otto lunghe ore e accompagnata sul piatto da fumante polenta bergamasca e una fetta di formaggio Branzi.

Ma spazio anche ad altre due richiestissime specialità: lo stinco al forno con polenta e la «grigliata imperiale», piatto unico per veri buongustai.

La cucina propone poi primi piatti, piatti freddi, carne alla brace, contorni e dessert. Non mancano infine le pizze, cotte in forno a legna, e preparate con un impasto a base di lievito madre e di una originale miscela di farina integrale e di farina tipo 1, macinate a pietra. La ricchezza enogastronomica della nostra terra trova ampia rappresentanza nel menù della Sagra del Porco, che seleziona i suoi fornitori privilegiando i piccoli produttori locali, anelli indispensabili di quella filiera agricola a km zero – garantita e certificata – che è uno dei punti fermi della manifestazione gorlaghese. Tutte le carni fresche ed i salumi, per esempio, provengono da maiali allevati a Seriate e macellati a Calcinate. Ma non solo.

Scorrendo il menù, infatti, si trovano tanti nomi di pietanze e prodotti familiari a noi bergamaschi: i Casonsèi de la Bergamasca, preparati secondo il rigido disciplinare di produzione depositato presso la Camera di Commercio di Bergamo; i formaggi delle Orobie più rinomati a apprezzati, come l’Agrì di Valtorta (presidio Slow Food), lo Strachitunt del decano dei casari Guglielmo Locatelli di Vedeseta, il Formai de Mut ed il Formaggio Tipico di Branzi della giovane – e già presidente del Consorzio di Tutela del Formai de Mut – Francesca Monaci, la Formagella della Val di Scalve (vincitrice della medaglia d’argento alle olimpiadi del formaggio del 2007, svoltesi in Germania) e lo Stracchino Bronzone (prodotto a Vigolo con una tecnica che si tramanda sin dal Medioevo); la polenta è fatta con la classica farina bramata di granoturco, macinata dal Molino Nicoli di Costa di Mezzate; persino l’insalata caprese, che non ha certo origini nostrane, parla bergamasco grazie alla mozzarella di bufala del Caseificio Quattro Portoni di Cologno al Serio, che alleva direttamente il bestiame utilizzando unicamente foraggio biologico raccolto nei campi del Parco del Serio.

Grande spazio anche ai vini della nostra terra: Valcalepio Rosso Doc e Valcalepio Rosso Doc Riserva, dell’azienda Medolago Albani di Trescore; Valcalepio Bianco Doc e Spumante Brut metodo classico (medaglia d’oro a Vinitaly 2015), della Tenuta degli Angeli di Carobbio; Moscato di Scanzo Docg, fiore all’occhiello dell’azienda Biava.

Persino l’acqua minerale è stata scelta con particolare attenzione, dando spazio a due marchi con storie e diffusione diversissime fra loro, ma entrambe di assoluta qualità: acqua frizzante Sanpellegrino, lo champagne delle acque minerali, e acqua naturale Gaverina, nota per le sue proprietà depurative. La Sagra del Porco è, quindi, il posto ideale per tutti coloro che vogliono regalarsi un tour del gusto e dei veri sapori della nostra provincia. Al riguardo, è stato studiato e realizzato anche un apposito bollino – «Eccellenza bergamasca» – che evidenzia nel menù i piatti tradizionali della cucina bergamasca ed i prodotti tipici locali.

Questo allo scopo di guidare i clienti al momento dell’ordine e di tutelarli, in quanto il bollino garantisce il rispetto del disciplinare di produzione e certifica l’origine 100% bergamasca del prodotto.

Ma la scelta di affidarsi alla garanzia del «made in Italy» a km zero presuppone la condivisione di tutto un sistema di valori, che comprende anche la tutela del territorio e l’ecosostenibilità. Per questo alla Sagra del Porco tutte le stoviglie utilizzate per servire alimenti e bevande (dai piatti ai bicchieri, passando per le posate, le vaschette delle patatine, le tazzine e le palette del caffè, le cannucce, le tovagliette e i tovaglioli) sono realizzate con materiali completamente biodegradabili e compostabili, certificati e conformi alle più stringenti norme europee.

Abolita quindi la plastica, e spazio all’amido di mais, alla polpa di cellulosa e al Mater-Bi.

Così, mentre le stoviglie in plastica, una volta utilizzate, venivano raccolte con la frazione secca, cioè l’indifferenziato che non viene riciclato, le stoviglie bio verranno conferite nella frazione umida, e – dopo un periodo di decomposizione della durata di tre mesi – verranno riassorbite in natura, senza produrre scarti né rifiuti. La sensibilità verso i temi dell’agricoltura, dell’ambiente e del territorio, che contraddistingue la Sagra del Porco, ha fatto breccia anche nel cuore di importanti enti ed associazioni, che hanno concesso il loro prestigioso patrocinio alla manifestazione: oltre al Comune di Gorlago e alla Provincia di Bergamo – Settore Agricoltura ed Expo, appoggiano l’edizione 2015 della kermesse enogastronomica Coldiretti Bergamo, Fondazione Campagna Amica, Turismo Bergamo e Slow Food Bergamo.

E proprio in stretta collaborazione con la condotta di Bergamo di Slow Food – l’associazione che da circa trent’anni promuove il «diritto al piacere» e valorizza la centralità del cibo e la biodiversità, nel rispetto dei produttori e dei loro saperi, dell’ambiente e del territorio –, lo staff della Sagra del Porco organizza «un’iniziativa nell’iniziativa»: domenica 30 agosto è, infatti, in programma una visita guidata all’Acetaia Testa di Carobbio degli Angeli – prima ed unica acetaia in Lombardia – per vedere e conoscere da vicino come nasce il «Balsamo degli Angeli», rigorosamente secondo il metodo modenese.

Al termine della visita, ci sarà una ricca degustazione dei pluripremiati prodotti dell’azienda agricola Tenuta degli Angeli, di cui l’acetaia fa parte. Per info e iscrizioni, rivolgersi all’Infopoint della Sagra del Porco, entro il 28 agosto.

TUTTO E’ BENE QUEL CHE FINISCE… IN BENE

La Sagra del Porco è ideata ed organizzata da Africall Onlus, un’associazione gorlaghese di beneficenza che si occupa di promuovere e sostenere la realizzazione in Malawi di importanti opere e progetti di sviluppo in campo educativo, sanitario e sociale, in coordinamento con le Suore Poverelle dell’Istituto «Beato Luigi Palazzolo» di Bergamo.

Da sempre l’intero ricavato viene destinato a questi scopi; nelle precedenti cinque edizioni della Sagra del Porco sono stati raccolti 78.304,41 euro, attraverso i quali è stato fatto moltissimo:

Dodici ragazzi dei villaggi hanno potuto studiare per diventare medici o infermieri, figure professionali di cui il Paese è assai carente. Due di questi – Chimwemwe Maya ed Emmanuel Yusuf – hanno già concluso il loro percorso formativo, ed esercitano ora come infermieri ostetrici presso il «Sister Teresa Hospital».

1300 alunni dei villaggi attorno a Mikoke hanno oggi la possibilità di seguire le lezioni, grazie al rinnovo dei locali della scuola e grazie alla costruzione di due piccoli appartamenti che hanno convinto altrettanti insegnanti ad accettare il trasferimento dalla città al villaggio.

Altri quattro ragazzi, poi, hanno avuto la possibilità di studiare per diventare a loro volta insegnanti.

Circa 2500 pacchi alimentari sono stati distribuiti alle fasce più deboli della popolazione nella difficile stagione delle piogge, quando le provviste iniziano a scarseggiare e la malaria si diffonde a macchia d’olio. In particolare la scorsa primavera, in seguito ad una grande alluvione che ha distrutto le coltivazioni, pregiudicando quindi le possibilità di raccolto, sono stati distribuiti sacchi contenenti 30 kg di grano, bene primario dell’alimentazione di ogni malawiano.

Una nuova emoteca – apparecchiatura per la conservazione di sacche di sangue a fini trasfusionali – è stata acquistata e subito installata nel laboratorio di analisi del «Sister Teresa Hospital», così da poter salvare un numero ancora maggiore di vite umane.

Sempre presso il «Sister Teresa Hospital» sono state trasferite ed installate le apparecchiature elettromedicali dismesse dai vecchi Ospedali Riuniti di Bergamo, e concesse gratuitamente ad Africall al termine di un lungo e meticoloso iter di selezione; fra queste: un ecografo, due elettrocardiografi, due defibrillatori, due apparecchi portatili per radiografia ed un apparecchio per sterilizzazione chimica.

Per maggiori informazioni sui progetti di Africall e sulle modalità di sostegno: www.africall.it.

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