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Il caso

Il Papa: respingere i migranti, atto di guerra Salvini: no, è un dovere

Matteo Salvini, leader politico della Lega Nord, risponde all'appello di Papa Francesco. A modo suo. Al centro dello scontro dialettico, ancora una volta il tema dei migranti.

Matteo Salvini, leader politico della Lega Nord, risponde all’appello di Papa Francesco. A modo suo. Al centro dello scontro dialettico, ancora una volta il tema dei migranti.

Il papa, infatti, parlando ai ragazzi del Movimento Eucaristico Giovanile, in occasione del centesimo anniversario della sua fondazione, aveva definito "un atto di guerra" il respingimento dei migranti che ogni giorno arrivano dal mare, come quelli della popolazione Rohingya, in fuga dal Myanmar nell’Oceano Indiano. "Questa si chiama violenza, si chiama uccidere" aveva chiosato Bergoglio: "Quando identità diverse vivono insieme ci sarà sempre un conflitto. Una famiglia o una società senza conflitto sarebbero un cimitero, ma soltanto col dialogo e il rispetto dell’identità altrui il conflitto si può risolvere. Se uccido, il conflitto è finito ma questo non è la strada da seguire".

Non ha perso l’occasione il leader del Carroccio: "Respingere i clandestini un crimine? No, un dovere. O Sbaglio?" ha postato sulla propria pagina Facebook.

Sembrano lontanissimi i tempi in cui la Lega scendeva in campo a difendere il crocifisso nei luoghi pubblici o il presepe nelle scuole.

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