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Uccise un rom in campagna, a processo con l’abbreviato: “Sono pentito per quella sera” fotogallery

Costelli, in accordo con il suo legale, l'avvocato Pasquale Silvestro, ha scelto di procedere un rito abbreviato condizionato. Il suo difensore intende infatti portare in Aula il tecnico di parte che ha stilato la perizia balistica

"Sono pentito per quello che ho combinato quella sera". Nella sua cella del carcere di via Gleno a Bergamo, il 39enne di Calcio Roberto Costelli (nella foto a sinistra) attende con preoccupazione il processo che lo vedrà imputato con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato per il delitto Pantic, il rom – padre di dieci figli – ucciso con un colpo di pistola mentre dormiva nel suo camper in campagna.

La prima udienza è in programma venerdì 18 settembre di fronte al gup Raffaella Mascarino. Costelli, in accordo con il suo legale, l’avvocato Pasquale Silvestro, ha scelto di procedere un rito abbreviato condizionato. Il suo difensore intende infatti portare in Aula il tecnico di parte che ha stilato la perizia balistica dei colpi esplosi dall’ex carpentiere quella notte. La speranza per il 39enne, che ha detto di essere pentito per quello che ha fatto, è quella di ottenere uno sconto di pena. 

Il pubblico ministero Carmen Pugliese che ha condotto le indagini, gli contesta le aggravanti della discriminazione razziale e dei futili motivi. 

Costelli, che viveva con il padre anziano e la madre malata, curata da lui stesso dopo che si era licenziato dal lavoro di muratore, una volta arrestato, il 23 marzo, aveva subito confessato di essere l’autore del delitto commesso alle 2.20 di sabato 21 febbraio. 

Quando, dopo aver lasciato una festa di Carnevale in un bar al confine con Cividate, per la quale si era travestito da cardinale, aveva raggiunto la vicina campagna. Con sè aveva portato la sua pistola Taurus 357, con la quale aveva esploso sette colpi di pistola contro due camper posteggiati lungo una strada di campagna che porta alla località Ponte Gobbo (Put Gob), in cui dormiva Pantic con la moglie e i dieci figli.

Sei proiettili avevano raggiunto il camper più grande, quello in cui c’erano i bambini, ma senza provocare feriti. 

Uno, invece, sparato verso il mezzo più piccolo, aveva colpito alla testa e ucciso il rom di origine croata ma nato in Italia (nella foto a destra)

Un omicidio, come ammesso dallo stesso Costelli di fronte agli inquirenti, causato dal fatto che i nomadi sporcavano con i loro rifiuti la campagna della Bassa, a lui tanto cara.

L’ex carpentiere aveva raccontato di volerli solo spaventare per farli andare via da quel posto, ma di aver sbagliato mira. 

Nel corso della perquisizione all’interno dell’appartamento di Costelli, incensurato, erano state ritrovate anche una decina di piante di marijuana e circa un chilogrammo di "erba". Oltre a una serie di armi, tra cui una balestra e la pistola utilizzata per il delitto, che era stata poi nascosta all’interno di una stufa. 
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