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La conferenza

A Vilminore incontro sulla storia dei ghiacciai della Valle di Scalve

Sabato 18 luglio a Vilminore di Scalve è in programma una conferenza pubblica su "La storia dei ghiacciai della Valle di Scalve", un viaggio alle origini del territorio scalvino e della sua biodiversità.

A Vilminore di Scalve è in programma una conferenza pubblica su "La storia dei ghiacciai della Valle di Scalve", un viaggio alle origini del territorio scalvino e della sua biodiversità.

L’appuntamento è sabato 18 luglio alle 17 nel palazzo Pretorio, sede della comunità montana di Scalve, in via Acerbis, 2.

All’incontro, che sarà introdotto dal presidente del consorzio Bim Oglio, Giovanni Toninelli, parteciperanno Davide Tontini e Gioachino Zanoni (che concentreranno il loro intervento su "La geografia della Valle"), Cristina Bigoni ("Come è stata redatta la nuova carta geologica della Valle di Scalve?"), Cesare Ravazzi ("Ghiacciai e foreste: come si è trasformato l’ambiente?") e Giulia Furlanetto ("Cosa racconta lo studio degli anelli annuali del tronco fossile?").

Nell’occasione, saranno presentati i primi risultati dell’attività del gruppo di lavoro formato da: Cristina Bigoni (Provincia di Bergamo), Paolo Cherubini (WSL, Zürich), Mattia De Amicis (Università Milano Bicocca), Giulia Furlanetto (Cnr-Idpa), Giovanni Leonelli (Univ. Milano Bicocca), Giovanni Monegato (Cnr-Igg), Manuela Pelfini (Università Milano), Cesare Ravazzi (Cnr-Idpa), Giancarlo Scardia (Università Sao Paulo), Davide Tontini e Gioachino Zenoni.

L’evento è organizzato nell’ambito del progetto di ricerca “Ricostruire la storia geologica, climatica e la biodiversità della Valle di Scalve – I tronchi fossili di Vilminore di Scalve e il loro significato paleoambientale”, che verrà completato a inizio 2016.

Un’iniziativa sviluppata dal consiglio nazionale delle ricerche – Istituto per la dinamica dei processi ambientali e promossa dal consorzio Bim Oglio, dal Comune di Vilminore di Scalve e dal Parco regionale delle Orobie bergamasche.

Nel presentare la conferenza, il responsabile del progetto di ricerca Cesare Ravazzi ha spiegato: "Nell’estate 2011, alcuni abitanti della Valle di Scalve segnalarono al dott. Cesare Ravazzi, ricercatore dell’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la presenza di un tronco di dimensioni e sagoma particolari, staccato si da una gigantesca frana ubicata in destra orografica della valle del fiume Povo, nel territorio comunale di Vilminore di Scalve. Le prime datazioni radiocarboniche sul reperto ligneo 14 hanno stabilito che il tronco ha un’età maggiore di 50 mila anni (limite intrinseco del metodo). Sorgono spontanee alcune domande: perché e come quel tronco è stato sepolto da più di 70 metri di spessore di depositi? È vero, come qualcuno afferma, che la Valle di Scalve era, in epoche remote, un grande lago? Come e quando le acque del fiume Dezzo hanno scavato la forra della Via Mala? Grazie all’impegno economico del Comune di Vilminore, Consorzio Bim Oglio e del Parco regionale delle Orobie bergamasche è stato avviato un progetto di ricerca, che ha compreso sopralluoghi sulle frane, raccolta di campioni organici e minerali da sottoporre ad accertamenti paleomagnetici, alla ricerca di polline fossile e, non ultimo, lo studio degli anelli annuali del tronco".

Quindi, Ravazzi ha evidenziato: "È emersa una realtà nuova, tutta da scoprire e descrivere, che ha spinto ad ampliare sempre più l’area e gli elementi oggetto di indagine. Il tronco è stato sepolto dall’avanzata di un ghiacciaio che scendeva dal Pizzo di Petto. In un secondo tempo, i ghiacciai della valle di Scalve hanno aumentato il loro volume formando un unico grande ghiacciaio. A scala areale più ampia, questi episodi illustrano l’evoluzione delle forme del territorio e della biodiversità della Valle di Scalve, mutate nel corso di decine di migliaia di anni a causa dell’azione dei ghiacciai, durante l’ultima glaciazione, nonchè di fiumi e torrenti, durante le fasi di ritiro glaciale.

L’importanza delle scoperte non è circoscritta entro i confini scalvini, bensì aggiunge un importante tassello all’evoluzione paleo climatica dell’intero arco alpino.

I risultati finora ottenuti verranno anticipati nel corso della conferenza pubblica ‘La storia dei ghiacciai della Valle di Scalve – Un viaggio alle origini del territorio scalvino e della sua biodiversità’".

Per avere ulteriori informazioni contattare: Cesare Ravazzi al numero 347-9695200 oppure Davide Tontini al 349-5673647.

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