E’ attesa per venerdì 17 luglio la decisione del presidente della corte d’Assise di Bergamo, Antonella Bertoja, sulla presenza o meno in aula delle telecamere per il processo a Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
Nel corso della prima udienza di venerdì 3 luglio, il pubblico ministero Letizia Rugggeri e gli avvocati della famiglia della ragazzina, Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, avevano espresso parere contrario, anche per evitare "la spettacolarizzazione della tragedia".
A questo proposito si è espresso il Gruppo Cronisti Lombardi: "Con il profondo rispetto dovuto per questa vicenda e rinnovando la nostra vicinanza ai familiari della vittima – spiega il presidente Cesare Giuzzi -, non possiamo però non ricordare come, ancora una volta, si stia assistendo a un tentativo di imbavagliare il diritto all’informazione".
"Se possono entrare in aula e seguire il processo i cronisti muniti di penna e taccuino – prosegue Giuzzi – non si capisce perché non debba essere consentito agli stessi cronisti, che peraltro lavorano per giornali cartacei che oggi non possono prescindere dall’uso di foto e video nei siti web, di entrare con supporti di audio-video registrazione. Perché nemmeno i registratori audio saranno ammessi. La presenza di una sola telecamera, che fornirebbe agli altri operatori all’esterno il segnale proveniente dall’aula, non intralcerebbe il regolare svolgimento del processo, conservando il diritto dei testimoni a non essere ripresi su esplicita richiesta".
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