"Il margine di errore è soltanto 0.000013%". Inizia così il lungo articolo che Philippe Ridet sul quotidiano francese Le Monde dedica al caso di Yara Gambirasio nel numero di venerdì 10 luglio. Ad una settimana dalla prima udienza del processo al presunto killer della ginnasta 13enne di Brembate, il prestigioso quotidiano d’Oltralpe analizza tutti i dettagli del caso. Dalla sera della scomparsa, avvenuta il 26 novembre 2010, fino alle ultime fasi dell’indagine. A colpire sono soprattutto le analisi dei Dna.
Quei 20mila profili passati in rassegna dagli inquirenti per individuare Ignoto 1, quel Dna trovato sugli slip e sui leggings di Yara. Un frammento minimo che mantiene in piedi tutta la macchina dell’accusa. Il corrispondente Philippe Ridet non manca di analizzare tutti i dettagli, anche la storia extraconiugale tra Ester Arzuffi e l’autista di Gorno Giuseppe Guerinoni. Un giallo che sarebbe piaciuto molto a Simenon.
"Massimo Bossetti, conosciuto come un onesto lavoratore, non può essere un assassino" scrive il corrispondente francese che però aggiunge quelle prove che inchiodano il carpentiere di Mapello. Dal fili di tessuto trovati sul corpo di Yara identici a quelli dei sedili del camion di Bossetti fino ai filmati delle telecamere di sorveglianza fuori dalla palestra che non lasciano dubbi: quel furgone è del muratore di Mapello. Ma la giustizia deve fare il suo corso. E il giornalista conclude un’analisi sulla prova regina: il Dna. Con una presa d’atto: "Ma il 99.999987% della verità, non è tutta la verità".
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