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Lo studio

Turismo culturale: il Sebino fa scuola tra Christo e premi Nobel

C'è uno spicchio di provincia bergamasca che fa scuola per il turismo culturale: è il lago d'Iseo. Da Lovere a Sarnico fino ad Iseo. Iniziative e proposte artistiche e culturali che si aggiungono a paesaggi, percorsi naturalistici ed enogastronomici - sono i segreti del successo del turismo culturale che rappresenta il 36% del mercato turistico totale.

Sulle sue sponte di affacciano alcuni dei borghi considerati tra i più belli d’Italia, da Lovere a Iseo. Ma anche altre paesi del Sebino sono entrati nel circuito delle località dove non solo il paesaggio è un’attrattiva per il turista.

Il lago d’Iseo ha saputo fare uno scatto in più, proponendo un turismo culturale. È quanto emerge dal seminario di Federturismo e Federculture che si è svolto mercoledì scorso a Sorrento che ha affrontato il tema “Cultura e turismo, strategie di crescita”. Perché il turismo culturale è un settore che cresce in Italia. Rappresenta oltre il 36% dell’intero mercato turistico (era al 34% nel 2009).

Gli arrivi nelle città d’arte, tra il 2009 e il 2013 sono resciuti costantemente più di tutti gli altri segmenti turistici e ben quasi 5 volte di più del segmento mare. E tra gli esempi virtuosi che sono stati portati ad esempio a Sorrento c’è il caso “Iseo”.

Con i suoi borghi e le sue località ricche di arte e storia, ma soprattutto per il pacchetto di iniziative collaterali che si aggiungono per offrire al turista un’offerta ancora più ampia.

Basta dare un’occhiata ai calendari di iniziative che offrono le località che affacciano sulle sponde del Sebino per comprendere che non basta la valorizzazione di chiese, palazzi e piazze storiche, ma a fare la differenza sono incontri con gli autori, spettacoli, serate a tema in contesti incantevoli. E al Sebino si guarda anche per la Summer School con i guru dell’economia e i premi Nobel che giungono ad Iseo per iniziativa dell’Istituto di Studi Economici e per l’Occupazione (per acronimo Iseo) giunto ormai alle 12ª edizione. I giovani, in arrivo da 30 Paesi e 40 università, partecipano alla Summer School avviata dal premio Nobel Robert Solow e che quest’anno vedrà salire in cattedra Robert Shiller, George Akelof e Michael Spence.

Perché il Sebino fa scuola per il turismo culturale? La risposta è l’aver cercato di sviluppare un’apertura internazionale in grado di catalizzare sul lago un numero crescente di turisti che è passato dalle 350mila presenze del 2010 a superare le attuali 410mila. E il fenomeno non pare fermarsi. Se si guarda al 2016 quando l’artista newyorchese Christo Vladimirov Javacheff realizzerà “The floating piers”, un ponte in tessuto hi-tech lungo tre chilometri e mezzo che collegherà le sponde del lago con Monte Isola e l’isoletta di San Paolo.

Un evento di portata mondiale che si è già conquistato le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo e che potrebbe portare nei 16 giorni di installazione almeno 500mila persone. Insomma, non bastano paesaggi, percorsi naturalistici ed enogastronomici: per spingere sul turismo culturale che offre molti vantaggi e ottimi ritorni, bisogna investire in una nuova produzione artistica e culturale.

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