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Mobilitazione

Taglio di 44 posti: ABF in sciopero venerdì 5 giugno

In ABF si teme il taglio di 44 posti su un organico di 326 lavoratori, tra personale amministrativo, tutor, docenti, personale ausiliario, docenti per disabili, personale per l’inserimento professionale al lavoro negli 8 centri della provincia orobica (Curno, Clusone, Albino, Bergamo, San Giovanni Bianco, Trescore, Castel Rozzone, Treviglio).

Dalle parole ai fatti, la ventilata possibilità di scioperare diventa realtà: per il 5 giugno è stato proclamato uno sciopero dell’intera giornata fra i dipendenti di ABF, Azienda Bergamasca Formazione, realtà interamente controllata dalla Provincia di Bergamo e specializzata nella formazione professionale e nei percorsi di inserimento lavorativo dedicati a chi abbia perduto il posto di lavoro.

In ABF si teme il taglio di 44 posti su un organico di 326 lavoratori, tra personale amministrativo, tutor, docenti, personale ausiliario, docenti per disabili, personale per l’inserimento professionale al lavoro negli 8 centri della provincia orobica (Curno, Clusone, Albino, Bergamo, San Giovanni Bianco, Trescore, Castel Rozzone, Treviglio).

Dal 14 maggio i sindacati di categoria Fp-Cgil, Cisl-Fp e Usb Pi di Bergamo hanno avviato uno stato di agitazione.

Lunedì 18 maggio, inoltre, hanno svolto un presidio davanti alla sede della Provincia in via Tasso 8.

“Con la mobilitazione i lavoratori di ABF protestano contro i tagli ai trasferimenti operati dalla Regione Lombardia che penalizzano il bilancio dell’azienda nell’ordine di circa 1.700.000 euro” hanno spiegato nei giorni scorsi Dino Pusceddu della Fp-Cgil, Angelo Murabito di CISL-FP, Fiorangela Agustoni di USB PI e il coordinatore delle RSU Paolo Boffelli. “È la conseguenza della decisione regionale di parificare ABF alle scuole di formazione private: ricordiamo che con un accordo del 2001 il personale di Regione Lombardia che si occupava di formazione professionale era passato alle dipendenze delle Provincie (ma gli stipendi continuavano ad essere pagati dall’amministrazione regionale). A Bergamo la Provincia aveva, poi, affidato questi lavoratori alle dipendenze di ABF”.

Sia il presidio del 18 maggio che la proclamazione dello sciopero del 5 giugno rappresentano anche la reazione alle “mancate risposte da parte della Provincia di Bergamo in materia di stabilizzazione a tempo indeterminato di lavoratori rientranti in elenchi definiti da un accordo sindacale del 2011 e contro la risposta negativa del Direttore Generale dell’azienda e del Presidente del CDA di ABF di fronte alla richiesta di sospensiva di un Bando di concorso inoltrata dalla RSU e dai sindacati per lavoratori che già lavorano in ABF e che dovrebbero nuovamente sottoporsi a selezione”.

Già un anno fa, nel maggio del 2014, i sindacati avevano aperto un primo stato di agitazione per il rischio di una riduzione di personale, a cui oggi siamo più vicini che mai. 

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