"Lasciatemi stare, sta iniziando la partita e io voglio giocare". Sono le parole pronunciate ieri da Matteo Sonzogni, giocatore bergamasco di 27 anni del Darfo Boario, dopo una botta alla testa che l’ha costretto a uscire dal campo. Quando la partita era iniziata da 23 minuti. Lui, invece, stordito dal duro scontro di gioco con un avversario, era convinto che l’arbitro dovesse ancora fischiare l’inizio della gara e di dover scendere in campo insieme ai compagni neroverdi.
Non può attendere oltre, e quindi non capisce perché gli uomini del 118 lo vogliano caricare sull’ambulanza per andare di corsa in ospedale. La partita contro la Liventina è di quelle decisive. È la semifinale dei play off di Eccellenza e il suo Darfo deve ribaltare la sconfitta dell’andata.
Matteo Sonzogni, centrocampista ex Caravaggio e AlzanoCene, però non ricorda che lui di quella partita ha già giocato un frangente. Ventitrè minuti, per la precisione. Poi la sostituzione, resasi necessaria perché il calciatore della squadra di casa era entrato in stato confusionale in seguito a una brutta botta alla testa rimediata in uno scontro aereo.
Il 27enne bergamasco, dopo la sostituzione, nella zona degli spogliatoi dello stadio di Darfo ha più volte rifiutato i soccorsi degli uomini del 118. Non capiva dove si trovasse, non capiva perché non fosse in campo.
Uno stato di shock durato alcuni minuti che ha preoccupato lo staff della squadra, i soccorritori e i parenti arrivati per calmarlo.
L’allarme, fortunatamente pare sia rientrato, con l’attaccante che è stato convinto a salire sull’ambulanza e quindi portato all’ospedale di Esine. Le sue condizioni non sono gravi.
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