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L'intervista

Avvocati e DDL concorrenza Baldassarre: “Bene la novità, ma i diritti non sono merce”

Ermanno Baldassarre, presidente dell'ordine degli avvocati di Bergamo, spiega perché il DDL Concorrenza avrebbe bisogno di alcune correzioni. Ecco quali in quest'intervista.

“Si parla sempre di libera concorrenza, appellandosi al mercato, ma poi ci sono sempre aspetti legislativi di indirizzo che sembrano un po’ contraddittorio”. Ermanno Baldassarre, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo non vuole suscitare polemiche, ma non nasconde nemmeno il desiderio di mettere qualche puntino sulle i.

In questo caso sul DDL Concorrenza che sottrarrebbe competenze ai notai per cederle in parte agli avvocati, e prevede che gli avvocati possono creare delle società di capitale.

Insomma, questo DDL Concorrenza dopo i notai non piace nemmeno a voi avvocati?

“È bene forse partire da alcuni presupposti. La nostra professione ha delle specifiche peculiarità ed ha rilevanza costituzionale. Per la nostra professione nell’articolo 24”.

Un modo diplomatico per dire che questo DDL non vi piace?

“Sarebbe opportuno quando si scrivono Leggi che interessano delle categorie di lavoratori o di professionisti che queste venissero ricevute ed ascoltate. Il 31 dicembre 2012, con la Legge 247, è stata approvata la Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense. La precedente era datata 1933. Abbiamo aspettato tantissimi anni e ora, dopo una riforma di nemmeno tre anni fa, abbiamo già nuove competenze di cui dovremmo farci carico”.

Entriamo nel vivo di questo DDL. Che cosa c’è che non va?

“Potremmo dire che più competenze ci danno, più ci fa piacere. Ma non è questo il punto. È che nella recente disciplina dell’ordinamento della professione forense, l’articolo 2 ben definisce i nostri compiti. Il comma 1 recita: “L’avvocato è un libero professionista che, in libertà, autonomia e indipendenza, svolge attività di cui ai commi 5 e 6”. Che recitano a loro volta. “Comma 5 Sono attività esclusive dell’avvocato, fatti salvi i casi espressamente previsti dalla legge, l’assistenza, la rappresentanza e la difesa dei giudizi davanti a tutti gli organi giurisdizionale e nelle procedure arbitrali”. Ma bisogna tornare al comma due dello stesso articolo che evidenzia: “L’avvocato ha la funzione di garantire al cittadino l’effettività della tutela dei diritti”.

Quindi, avete già delle competenze ben definite e non è il caso di aggiungerne delle altre? “Ci sono già collaborazioni tra notai ed avvocati e ciò è normale. Sono delle collaborazioni legittime. Il tema che si apre con questo DDL è quello della competenza. Sì, sarà un’opportunità di lavoro, ma chi lo farà, se lo farà, dovrà avere delle competenze necessarie, specifiche, precise”.

C’è il rischio che il mercato incida e stravolga la vostra professione?

“Sarò molto più esplicito: ognuno svolga la propria professione con le competenze che ha per farla. Si rispetti principio deontologico della competenza che deve qualificare la nostra professione. Vanno bene la novità, ma i diritti non sono merce. Il mercato non deve stravolgere la nostra professione. E nell’affermare questo vorrei fosse ben chiaro che le nostre non battaglie di retroguardia”.

Siete contrari anche che una Spa, una società per azioni, possa avere il 51% di uno studio legale. Ci spieghi perché.

“È molto semplice. Il comma 2 dell’articolo 3 della nuova disciplina forense dice: “La professione forense deve essere esercitata con indipendenza, lealtà, probità, dignità, decoro, diligenza, competenza, tenendo conto del rilievo sociale della difesa e rispettando i principi della corretta e leale concorrenza”. Nel solco della nostra tradizione una società che ha interessi terzi non può detenere il 51% di uno studio legale, l’autonomia e l’indipendenza di un avvocato viene minata. Il codice deontologico di un avvocato mal si rapporta con le leggi destinate ad un’impresa”.

Che cosa chiederete o che cosa vi aspettate?

“Confidiamo che nei vari passaggi parlamentari, nelle diverse commissioni, si arrivi ad una legislazione di buon senso. Lo sottolinea bene l’articolo 8 della nuova disciplina forense: la nostra funzione non è imprenditoriale o economia, ma sociale. Chiediamo la valorizzazione e il rispetto della nostra professione, come sembra stia facendo il legislatore coinvolgendoci nella giurisdizione, vedi negozziazione assistita. Tutto qui”.

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