C’è anche un ragazzino bergamasco tra le giovani vittime di Giovanni Desio, l’ex parroco di Ravenna condannato a 10 anni e 8 mesi. L’esemplare condanna è stata inflitta dal giudice del tribunale di Ravenna Antonella Guidomei.
L’ex sacerdote, scomunicato dal Vaticano per questa vicenda, era stato arrestato il 5 aprile dello scorso anno con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con alcuni ragazzini.
Il 53enne è accusato di atti sessuali con minori (tra il 2010 e il 2014 con ragazzini tra i 11 ed i 15 anni a lui affidati dai familiari), adescamento di minori, violenza sessuale (per avere millantato qualifiche infermieristiche al fine di visitare, in un caso anche con un termometro usato in modo improprio, un paio di giovani) e sostituzione di persona (per avere usato un profilo Facebook di un minore di cui aveva le password).
A comunicare la decisione a Desio, ospitato in una comunità nella zona di Città di Castello (Perugia) è stato l’avvocato Battista Cavassi.
Il pubblico ministero Isabella Cavallari aveva chiesto nove anni di reclusione. Tra trenta giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza.
La decisione del giudice ha colto di sorpresa sia l’avvocato Cavassi che Giovanni Scudellari, che rappresentava la parte offesa.
Secondo la requisitoria del pubblico ministero, quella di don Desio è stata un’azione organizzata, andata avanti per anni, di selezione dei ragazzi dei quali aveva conquistato la fiducia per poi approfittarsene.
Attraverso una lettera Desio era tornato a ribadire le proprie responsabilità. Secondo quanto emerso, ha già risarcito in totale 100mila euro ai quattro minorenni, cosa che gli e’ valsa un’attenuante così come le parziali ammissioni rese al pubblico ministero e lo stato di quasi incensurato.
Quattro i giovanissimi individuati dalla Procura tra le parti offese: sono delle province di Bergamo, Ravenna e Treviso. Due si sono costituiti in parte civile sia in proprio che con i genitori ed hanno chiesto risarcimenti tra i 300mila e i 600mila euro con provvisionali di 100mila.
Si è costituita parte civile anche la Curia ravennate, che ha chiesto 100 euro simbolici, e l’associazione ‘Dalla parte dei minori’, nata nel 2003 e la cui ragione sociale è proprio la tutela dei minorenni protagonisti di abusi.
Nei giorni scorsi il Vaticano ha trasmesso alla Diocesi di Ravenna il decreto della congregazione per la Dottrina della Fede mediante il quale ha dimesso Desio dallo stato clericale e contemporaneamente gli ha dato la dispensa dal celibato. Ma per l’avvocato Cavassi "l’ordine sacro, una volta validamente conferito, non può essere revocato per cui è errato dire ex sacerdote".
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