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Lega pro

Sconfitto a Pordenone e retrocesso in serie D: Albinoleffe, favola finita

Nel giugno del 2008 il club seriano si giocava la finale playoff per il salto in serie A, ora si trova retrocesso tra i dilettanti dopo la sconfitte di 1-0 rimediata in terra friulana. Restano tanti bei ricordi ma anche una grande amarezza, quella portata dalla consapevolezza che il miracolo bergamasco è arrivato ai titoli di coda.

Sembrano lontani anni luce i tempi in cui l’AlbinoLeffe riempiva il Comunale per giocarsi i playoff per il salto in serie A. Allora si poteva davvero parlare di favola bergamasca che prima eliminò il quotatissimo Brescia ribaltando la sconfitta del match d’andata e poi, alzando bandiera bianca dopo una vera e propria battaglia, mise in difficoltà persino il Lecce nella finalissima degli spareggi-promozione. Era il giugno del 2008.

Oggi la favola seriana è ai titoli di coda. Il ko rimediato domenica a Pordenone ha infatti costretto la compagnine biancazzurra all’ultimo posto del girone A di Lega Pro che, tradotto, significa retrocessione in serie D. L’AlbinboLeffe non è mai stato così in basso.

"In tutti questi anni abbiamo vissuto una grande avventura che ci ha portato a giocare in tutta Italia – scrive il club sulla propria pagina Facebook -, abbiamo gioito per i gol dei nostri ragazzi e siamo anche stati delusi, come nelle passioni più grandi. E come in tutte le famiglie abbiamo vissuto tutto questo insieme: ci siamo sostenuti, a volte abbiamo avuto opinioni diverse, ma ci siamo sempre ritrovati allo stadio il giorno della partita e abbiamo affrontato tutto insieme. Quindi grazie ai tifosi e agli appassionati dei nostri colori, grazie ai soci, grazie agli sponsor, grazie a tutti i collaboratori che lavorano insieme a noi e credono nel nostro progetto". Un messaggio carico di nostalgia, in ricordo dei tempi passati che, solo 12 anni fa, hanno portato il club seriano nel grande calcio italiano. Non solo i playoff della stagione 2007-’08: nell’album dei ricordi ci sono una Coppa Italia di Serie C (2000-’01), il doppio pareggio con la Juventus, il dramma e la rinascita di Emiliano Mondonico, il lancio di diversi giocatori che hanno poi calcato i grandissimi palcoscenici del calcio del Belpaese (da Biava a Marchetti, da Peluso a Raimondi, senza dimenticare i passaggi in riva al Serio di Sala, Bombardini, dei gemelli Zenoni, di Possanzini e del prof Bernardini) e la consacrazione dei bergamaschi doc cresciuti nel vivaio come Poloni, Gori, Sonzogni, Mignani, Garlini, Regonesi, Bonazzi, Araboni, Maffioletti.

Un finale così non se lo poteva aspettare nessuno. O forse sì: il giocattolo, infatti, dopo lo scoppio dello scandalo del calcioscommesse si era rotto in vari punti e qualcosa a Gianfranco Andreoletti, il vero protagonista della splendida avventura seriana, era sfuggito di mano. Senza dubbio. La nube delle partite vendute e le pesantissime penalizzazioni alle quali il club era andato incontro (nella stagione 2012-’13 è partito addirittura con un -10 in classifica) hanno dato il via al processo di distruzione di quella favola che, in un modo o nell’altro, ha appassionato un po’ tutti gli sportivi bergamaschi, anche quelli di fede atalantina.

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