Evitare processi a vuoto e, di conseguenza, lasciare più tempo per quelli che possono avere un esito certo: con questo obiettivo è stata emanata una circolare interna al Tribunale di Bergamo che di fatto snellisce il carico di cause da smaltire.
Si tratta tecnicamente di una variazione tabellare disposta per ragioni organizzative e firmata dal presidente del Tribunale di Bergamo Ezio Siniscalchi, che in pratica fa rinviare al giudice le udienze di quei processi che nei 18 mesi successivi cadrebbero in prescrizione a una data che vada oltre i 18 mesi. Così che il processo a quel punto salti del tutto.
Più precisamente la misura prevede che i processi soggetti a prescrizione massima nel termine di 18 mesi dalla data dell’udienza in programma, ad eccezione di quelli con parte civile costituita e quelli per i fatti caratterizzati da rilevante interesse pubblico e sociale anche solo alla definizione in primo grado, dovranno essere rinviati, esclusa ogni attività istruttoria, a data successiva al maturare della causa estintiva.
Un provvedimento su cui è stato preventivamente consultato l’Ordine degli avvocati e che era già stata attuato, in termini simili, lo scorso anno a Brescia.
In pratica per i processi ora ci sono tre corsie di marcia: una per i procedimenti destinati a prescrizione certa, inevitabile, per i quali è inutile impegnare tempo ed energie (quelli che saranno soggetti a questa variazione tabellare); una corsia veloce, per procedimenti gravi; tutto il resto va "in corsia centrale" (senza accelerazione o decelerazione particolare).
Data l’ormai cronica carenza di organico è pressoché impossibile per il Tribunale portare a compimento l’elevatissimo numero di cause seguite dalla Procura, e questo nonostante la produttività elevata dei giudici. Impossibile anche aumentare le udienze per mancanza di cancellieri.
Questo provvedimento vuole quindi ridurre i tempio eliminando quei processi per i reati che "nascono moribondi" e che si prescrivono entro i quattro anni e tre mesi (come i reati edilizi, ambientali, disturbo alla quiete pubblica). Di solito cadono in prescrizione già durante il primo grado, se questo non succede è comunque raro che arrivino in Cassazione senza che vengano prescritti.
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