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Economia

Per Roberto Sestini un ruolo di rilievo nella Ubi Banca Spa?

Secondo il quotidiano Milano Finanza, Roberto Sestini, 80 anni presidente del Gruppo Siad potrebbe rivestire un ruolo di peso nel futuro di Ubi Banca in versione Società per azioni, per controbilanciare il peso bresciano di Pietro Gussalli Beretta, amministratore delegato della storica fabbrica d'armi di Gardone Val Trompia.

La trasformazione delle banche popolari da società cooperative in società per azioni apre scenari nuovi anche per gli imprenditori che dispongono di grandi disponibilità liquide. Secondo Milano Finanza un ruolo di primo piano per Ubi Banca Spa potrebbe rivestirlo Roberto Sestini, l’ottantenne patron del gruppo Siad, Società italiana acetilene e derivati.

La Siad è un vero colosso della chimica italiana, basti pensare che nel 2013 vanta ricavi per 472 milioni, un utile di 24 milioni e disponibilità liquide per 37,3 milioni. In Ubi Sestini avrebbe circa 70mila azioni, almeno restando ai dati dei verbali dell’assemblea dello scorso anno.

“La disponibilità finanziaria, la solidità del business e la lunga consuetudine con l’istituto lombardo – scrive Milano Finanza – lasciano supporre che il numero uno della Siad possa essere uno degli imprenditori che nei prossimi mesi investirà nelle grandi banche popolari. L’auspicio arriva soprattutto dai vertici degli istituti che hanno dichiarato di voler dar vita a noccioli duri di azionisti per stabilizzare la nuova governance e sbarrare la strada a eventuali scalatori. L’impresa non è semplice, anche perché, a puro titolo di esempio, il 15% della Bper vale oltre 500 milioni e il 20% del Banco Popolare sfiora il miliardo”.

Sempre secondo il quotidiano finanziario, Sestini sarebbe l’ideale contrappeso ad un altro imprenditore bresciano. Quel Pietro Gussalli Beretta, amministratore delegato dell’omonima storica fabbrica d’armi di Gardone Val Trompia. Pietro Gussalli Beretta è attualmente vicepresidente del Banco di Brescia e dispone di 122 milioni di disponibilità liquide della Beretta holding (bilancio 2013). Una cifra che potrebbe ritagliargli un ruolo di primo piano in vista della trasformazione in Spa.

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