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La riflessione

Expo Milano 2015 superata la prova generale Ora si deve solo crescere fotogallery

Dodici ore all’interno di Expo Milano 2015 nella giornata di debutto. Per chi ha lavorato nel sito di tratta di un vero “miracolo italiano”. Per tutti è la dimostrazione che il nostro Paese può competere tra i grandi della Terra senza sfigurare.

L’Expo vista da vicino è straordinaria. Un atlante che si spalanca sul mondo nella città più europea d’Italia: Milano. Le architetture incantevoli dei padiglioni, le suggestioni visive dei loro interni, i touch screen sui quali è possibile scoprire ricette, ingredienti, sapori di Paesi lontani. Ma anche tradizioni.

Lo sapevate – per esempio – che in Qatar non si può bere il caffè con la mano sinistra, ma la tazzina va tenuta solamente con la mano destra? E che in questo paese è stato creato un giardino botanico con le erbe citate nel Corano?

Poi ci sono le scoperte scientifiche. Il padiglione d’Israele con la sua copertura quasi verticale ci insegna che in questo modo si possono coltivare le stesse quantità di ortaggi con metà acqua. Nutrire il pianeta energia per la vita è il tema di questa esposizione universale immersa in corsi d’acqua e tanto verde.

C’è chi trova che il tema sia stato tradito, per cedere al vile denaro delle multinazionali come McDonald’s e Coca-Cola, solo per citare le due più nel mirino.

Ma onestamente, visitando questa Expo, al termine di una lunga estenuante giornata urge una riflessione e un bilancio. Premetto che non è stato per niente facile superare la prima fase: gli accessi. Gli accrediti per la stampa sono arrivati alla vigilia.

Non ha mai risposto nessuno ai centralini per le informazioni. Quindi siamo partiti molto scettici.

Eppure scesi alla stazione della metro di Rho ci siamo trovati davanti un ufficio che ha fatto salti mortali. I giornalisti italiani e stranieri accreditati erano più di tremila solamente per la giornata dell’inaugurazione. Alle 21 di ieri sera abbiamo trovato lo stesso personale sorridente e disponibile che ci aveva accolti dodici ore prima. I controlli antiterrorismo hanno rispettato tutti i protocolli, senza sconti a nessuno.

Hostess e volontari si sono adoperati per rispondere alle più svariate esigenze. Concludendo questa prima parte: la macchina organizzativa ha funzionato. Hanno varcato la soglia di Expo Milano 2015 più di 200mila. L’impianto ha retto. E qui si deve aprire un altro capitolo. L’Expo è costellata di stand dove si vende cibo e bevande. Era facile immaginare che con un afflusso così qualche tovagliolo di carta, un bicchiere vuoto di plastica si trovasse in terra.

Ed invece no. Tutto era ordinato e pulito.

Sempre sul cibo c’è da fare un appunto: si criticava la presenza di McDonald’s, ma alla fine la catena di fast-food statunitense ieri è risultata la più economica e accessibile. E qui si dovrebbe aprire una riflessione. Il successo di questa catena di fast-food sta anche nel prezzo.

Se c’è chi pensa di sfruttare l’occasione di Expo per arricchirsi, forse sarebbe il caso di denunciarlo subito. Oppure per chi intende davvero rispettare lo spirito di questa Expo, sarebbe il caso di boicottare chi tenta di barare. Infine, all’ultimo punto, voglio segnalare il clima di pace e di condivisione che si respira ad Expo. Non è un luogo comune. Il mondo che si è dato appuntamento a Milano ha voglia di condividere la gioia, di confrontarsi serenamente con il meglio della propria produzione alimentare e individuare soluzioni che permettano di evitare gli sprechi e una maggiore valorizzazione delle risorse.

Una gioia contagiosa che dimostra come questo appuntamento abbia superato il banco di prova, ma che allo stesso tempo chiede all’Italia di prendere in mano seriamente il tema dell’Expo per confrontarsi con tutti i paesi. Un ruolo internazionale di prestigio e difficile. Un ruolo non facile, ma che con il battesimo di fuoco di ieri ha saputo dimostrare di poter aspirare e ricoprire egregiamente. L’Italia è davvero un grande Paese, deve solamente prederne coscienza. 

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